È ora di combattere contro il riscaldamento globale: 2021 anno di disastri climatici

L’Europa si sta riscaldando velocemente, con un aumento medio della temperatura di +2°C

Alluvione

L’estate più calda della storia, l’impennata delle temperature, gli incendi eccezionali e le inondazioni devastanti: nel 2021, l’Europa ha vissuto una serie di eventi estremi che sottolineano la necessità di agire contro il riscaldamento globale. È quanto afferma il rapporto annuale sul clima europeo redatto dall’European Climate Change Service Copernicus (C3S) pubblicato in occasione della Giornata Mondiale della Terra. Dall’era preindustriale, sul pianeta le temperature sono aumentate tra 1,1 e 1,2°C, ma l’Europa si sta riscaldando più velocemente con un aumento medio della temperatura di +2°C, rivela il report, spiegando che questo riscaldamento sta aumentando il numero di eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, e l’Europa non viene risparmiata.

Il 2021 è stato un anno di eventi estremi, tra cui l’estate più calda d’Europa, ondate di calore nel Mediterraneo, inondazioni e mancanza di vento, dimostrando che la comprensione degli estremi meteorologici e climatici è sempre più importante per i settori chiave della società”, commenta il direttore di Copernicus, Carlo Buontempo.

Intanto, le concentrazioni globali di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) hanno continuato ad aumentare. C’è stato un aumento particolarmente alto nella concentrazione atmosferica di metano. Le stime dei dati satellitari mostrano che le concentrazioni di CO2 sono aumentate di circa 2,3 ppm e il CH4 di circa 16,5 ppb.

Gli scienziati, compresi gli esperti Onu sul clima dell’Ipcc, ci hanno avvertito che il tempo sta per scadere per limitare il riscaldamento a +1,5°C”, l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, commenta Mauro Facchini, direttore dell’Osservazione della Terra alla Commissione Europea. Nel suo ultimo rapporto, pubblicato all’inizio di aprile, l’Ipcc ha sottolineato la necessità di una riforma economica totale e di un tetto alle emissioni in meno di tre anni per mantenere un mondo ‘vivibile’. Il rapporto Copernicus “sottolinea la necessità di agire, eventi estremi legati al clima stanno già accadendo in Europa”, insiste Mauro Facchini.

CALDO RECORD

Anche se l’intero anno non è entrato nella top 10 dei più caldi del continente, il rapporto conferma che l’estate del 2021 è stata la più calda mai registrata in Europa, 1°C sopra la media degli ultimi 30 anni. Questa stagione particolarmente torrida è stata segnata da ondate di calore durate diverse settimane e molto intense, con la colonnina di mercurio che è salita a 48,8°C in Sicilia, un nuovo record europeo (che deve ancora essere confermato ufficialmente), e a 47°C in Spagna, record nazionale. Il caldo è stato accompagnato da una persistente siccità, soprattutto nel Mediterraneo, creando condizioni favorevoli agli incendi, soprattutto in Italia, Grecia e Turchia. Un totale di 800.000 ettari di terreno è andato in fumo in luglio e agosto, rendendo questa una delle stagioni degli incendi più intense in Europa da 30 anni. Inoltre in Europa gli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati, con il 2021 che è stato però tra i più freddi.

TEMPERATURA DEL MARE

La temperatura media globale della superficie del mare (SST) per il 2021 è stata la sesta o settima più calda dal 1850. Tuttavia, c’è un chiaro aumento globale sia sulla terraferma che sul mare rispetto ai livelli preindustriali, con temperature superficiali globali dell’aria aumentate tra 1,1 e 1,2°C. Le condizioni di La Niña all’inizio e alla fine dell’anno hanno fatto sì che le temperature del mare del 2021 fossero più fredde a livello globale rispetto agli ultimi anni, il che ha avuto un impatto anche sulle temperature dell’aria superficiale sulla terraferma e sull’oceano. Il livello del mare ha continuato a salire durante il 2021; l’aumento totale dal 1993 è di circa 9 cm.

LE INONDAZIONI

Dopo le precipitazioni record del 14 luglio 2021, la Germania e il Belgio sono stati devastati da inondazioni che hanno ucciso più di 200 persone e causato miliardi di euro di danni. Un episodio la cui probabilità è stata aumentata dal 20% al 900% a causa del riscaldamento globale, secondo i ricercatori del World Weather Attribution. E una gelata di fine primavera, quando la natura era già germogliata, ha danneggiato molte viti e alberi da frutta dalla Francia alla Grecia settentrionale. Finora, l’impatto più chiaro del cambiamento climatico in Europa è l’intensificazione delle ondate di calore. Ma altri eventi estremi seguiranno la stessa traiettoria, dicono gli scienziati. “Ci aspettiamo che aumentino in futuro”, avverte Freja Vamborg, autore principale del rapporto.

MANCANZA DI VENTO

Le velocità annuali del vento in alcune parti dell’Europa occidentale e centrale sono state tra le più basse dal 1979. Questo ha portato a una riduzione del potenziale stimato per la produzione di energia eolica. I paesi con le velocità del vento più basse della media includono Irlanda, Regno Unito, Repubblica Ceca, Danimarca e Germania. Alcune aree di questi paesi hanno sperimentato la più bassa o la seconda più bassa velocità annuale del vento almeno dal 1979. Al contrario, parti dell’Europa sud-orientale hanno visto velocità del vento annuali molto più alte della media.

GHIACCIO DELLA GROENLANDIA AI MINIMI

Il rapporto europeo sul clima mostra anche che l’Artico si sta riscaldando ancora più velocemente del resto del mondo, con una media di +3°C rispetto all’era preindustriale. Anche se il 2021 non è stato un anno record per l’Artico, la temperatura registrata è stata di 0,4°C più alta del normale e gli incendi hanno devastato la regione, soprattutto nella Siberia orientale, rilasciando 16 milioni di tonnellate di carbonio (il quarto volume più alto dall’inizio delle misurazioni nel 2003). Il ghiaccio marino della Groenlandia si è sciolto come mai prima, registrando la sua estensione più bassa misurata, il 72% al di sotto del normale. Sotto l’influenza di temperature più alte del normale e di venti meridionali, il ghiaccio si è sciolto ampiamente durante l’estate, lasciando la Groenlandia orientale praticamente senza ghiaccio alla fine della stagione.