“La chimica in agricoltura resta una leva importante per arrivare a una produzione agricola di qualità e in quantità. Fa parte del ‘cassetto degli attrezzi’ degli agricoltori al pari di altre componenti. Il ricorso ai prodotti di sintesi in agricoltura è già in calo ma, anche se ridimensionato rispetto al passato, resterà una componente importante nei campi se vogliamo continuare ad avere una produzione agroalimentare europea e non vogliamo diventare dipendenti dalle importazioni. Importazioni di prodotti, tra l’altro, realizzati in Paesi lontani dove certo non ci sono standard di sicurezza alimentare analoghi ai nostri”. Così il presidente di Agrofarma, Riccardo Vanelli in una intervista a Il Sole 24 Ore. Con il taglio dei prodotti chimici in agricoltura l’Italia rischia di perdere il 70% della produzione di vino e di pomodoro da industria e il 40% di quella dei cereali. “La strada da percorrere – ha aggiunto Vanelli – è quella rappresentata dall’approccio integrato. Un approccio che metta insieme nuove molecole meno impattanti, strumenti di lotta naturali, nuove tecniche genomiche in grado di rafforzare la naturale resistenza ai patogeni delle piante e agricoltura di precisione. La smart agriculture poi è in grado grazie agli strumenti digitali di minimizzare l’uso di prodotti chimici guidando l’agricoltore a utilizzarli solo quando e dove serve”.