Buone notizie dal fondo del mare: qualità elevata per la Posidonia

Pianta acquatica presente in tutto il Mediterraneo che salva le coste dall'erosione e cattura l'anidride carbonica

Salva le coste dall’erosione e cattura l’anidride carbonica. Questo prezioso alleato nel contrasto ai cambiamenti climatici è invisibile agli occhi, perché cresce sott’acqua: si tratta della Posidonia oceanica, pianta acquatica presente in tutto il Mediterraneo e per quanto riguarda l’Italia, soprattutto sul versante tirrenico.

Ieri Arpa Toscana ha aggiornato il suo annuario sui dati ambientali certificando come in questo tratto di mare, lo stato ecologico della Posidonia sia tra buono ed elevato. “La Posidonia oceanica – spiegano gli esperti dell’agenzia regionale per l’ambiente – svolge un importante ruolo di indicatore biologico della qualità delle acque marino-costiere per la sua sensibilità a perturbazioni naturali o artificiali in corso nell’ambiente. Inoltre svolge un’azione contro l’erosione delle coste, stabilizza e consolida i fondali, funziona come una trappola per i sedimenti favorendo la trasparenza delle acque e rappresenta rifugio e nursery per molte specie marine. Non possiamo poi dimenticare che le praterie sono responsabili di un’elevata produzione di ossigeno, in grado di contrastare il cambiamento climatico, sequestrando grandi quantità di carbonio, chiamato ‘blue carbon’, e quindi grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, riuscendo così ad ossigenare notevolmente le acque costiere (a 10 metri di profondità un metro quadrato di prateria rilascia fino a 14 litri di O2 al giorno)“.

Complessivamente in Toscana, nel 2021, lo stato di qualità ecologica di questa pianta marina è risultato tra buono ed elevato, come emerge dal monitoraggio svolto dal personale dell’Agenzia in alcune aree dove sono presenti praterie di Posidonia sia adiacenti al litorale toscano che alle coste delle isole dell’Arcipelago. Nel 2021 il monitoraggio è stato realizzato nelle località livornesi di Gorgona, Antignano, Rosignano Marittimo, Cala Moresca e nella grossetana Punta Ala. In tutti e cinque i casi i dati raccolti nel 2021 sono in linea con quelli degli anni precedenti (2019 e 2020) e indicano un buono stato di salute delle praterie di Posidonia.

Questa pianta risente in modo particolare delle variazioni della qualità dell’ambiente e scompare quando l’inquinamento, inteso in senso lato, è troppo accentuato, per questo motivo è ritenuta un eccellente indicatore della qualità dell’ambiente marino. Le principali cause di regressione delle praterie sono da collegare alla crescente pressione antropica che agisce sull’ambiente costiero (aumento dell’inquinamento delle acque, realizzazione di opere costiere, posa di cavi e condotte sottomarine) determinando effetti negativi sulla prateria perché provoca variazioni di torbidità della colonna d’acqua e dei tassi di sedimentazione, nonché effetti diretti come i danni generati dalla pesca a strascico e dagli ancoraggi.

Inoltre nelle aree dove la prateria presenta importanti segni di sofferenza, il suo stato di salute può subire un peggioramento con l’introduzione di specie non autoctone che possono entrare in competizione con questa pianta marina, come nel caso dell’espansione di due specie di alghe verdi di origine tropicale appartenenti al genere Caulerpa. Per affrontare questo rischio, dal 2018, Ispra è stato promotore e coordinatore del progetto Life Seposso, di cui Arpa Toscana è stata partner.
Il progetto – spiegano gli esperti – ha l’obiettivo di migliorare la governance italiana dei trapianti di Posidonia oceanica. Nell’ambito di questo progetto, che si è svolto sul campo in parte anche in Toscana (Isola d’Elba, Isola del Giglio, Porto di Piombino ecc.), si sono valutate le diverse tecniche di trapianto e i materiali da utilizzare come supporto per le piante trapiantate, privilegiando sistemi innovativi ed eco compatibili, e soprattutto l’impiego di materiali biodegradabili testati anche all’Acquario di Livorno“.

Ma la Posidonia non è importante solo quando è viva in fondo al mare, è utile all’ecosistema anche quando è morta spiaggiata. Le sue foglie morte, trasportate a riva dalle correnti, costituiscono ammassi misti a sabbia che possono superare anche il metro di altezza (banquettes) e possono rappresentare una protezione per le spiagge, attenuando i danni provocati dalle mareggiate. “Anche a fine vita, quindi – conclude Apra Toscana –, la Posidonia svolge un ruolo fondamentale e andrebbe considerata non un rifiuto, ma una risorsa importante da non rimuovere dall’arenile: le foglie non emanano cattivo odore e non sono dannose per la nostra salute“.