Caro-bollette provoca aumento di inquilini morosi nei condomini: 200 impianti di fornitura già staccati

Intervista a Francesco Burrelli, presidente di Anaci: "Dobbiamo sederci attorno a un tavolo e vedere come è possibile dare una mano a chi non è in grado di pagare"

Francesco Burrelli è presidente di Anaci, una delle principali associazioni di amministratori di condomini. Nei condomini vivono 40 milioni di italiani, più o meno il 70% della popolazione. L’impennata delle bollette ha peggiorato ulteriormente il fenomeno della morosità.

Presidente, di quanto è aumentata?
“Fino al 2020 c’era un 15-20% di inquilini morosi, poi il Covid ha inasprito la situazione e adesso la situazione si è ulteriormente complicata col caro-bollette. Con i bonus edilizi c’era stato un raggio di sole, però con il blocco totale o parziale della cessione del credito, da maggio 2021 molti artigiani non sono stati risarciti e l’indotto ne ha sofferto, incrementando la platea di cosiddetti morosi. Però bisogna fare delle distinzioni…”

Prego…
“Ci sono i morosi cronici, ma anche molte persone che vorrebbero pagare ma non possono: mi riferisco ai pensionati, a chi è in aspettativa o si trova a stipendio ridotto. Aggiungiamo i bisognosi, i fragili, i deboli, gente che deve razionare persino il pane, con un reddito medio di 500 euro al mese”.

Quanti sono i casi di distacco della fornitura?
“Circa 200 impianti pare siano già stati staccati, ma ne staccheranno di più. E non sono aumentate solo le bollette: acqua, rifiuti, servizi…”

Non è possibile intervenire con le rateizzazioni delle bollette?
“Se un condominio normale di 25 famiglie spendeva 21-22 mila, adesso siamo a 50mila. Altro che sei rate… Se cresce la morosità nemmeno le rate si incassano”.

Anche gli operatori devono venire incontro agli inquilini?
“Non dobbiamo bastonare tutti coloro che non saldano la bolletta o saltano una rata. I fornitori non possono pretendere, premendo un tasto, di andare a scovare i morosi e di spegnere le utenze. Bisogna valutare caso per caso e fermare questa spirale perversa”.

Come si può trovare una mediazione?
“Dobbiamo sederci attorno a un tavolo e vedere come è possibile dare una mano a chi non è in grado di pagare. Se c’è un inquilino che ha versato la prima rata e saltato la seconda, non si può subito partire con azioni per togliergli luce e gas. Facciamoci dare anche un pezzettino della seconda rata, tiriamo su quello che si può e poi si vede come compensare i mancati incassi. L’importante è lo stop al distacco selvaggio”.

Servirà un intervento del governo?
“Questa è una emergenza, ci vorrà un decreto che magari intervenga su Iva e accise. Ma non solo”.

Altre proposte?
“Le aziende energetiche avranno un extra guadagno, giusto? Non dico che non debbano recuperare i soldi, ma potranno temporaneamente compensare con gli utili i mancati incassi? Il governo dirà come fare a riavere i soldi e lavoreremo tutti per creare le condizioni di un recupero dei crediti sospesi mese per mese, attraverso azioni di garanzia… In pratica: il giudice dovrà dare indicazioni e il governo dovrà garantire i pagamenti”

Scatteranno in questi giorni le regole sulla temperatura nelle case. C’è il rischio che chi ha l’autonomo sia in maniche corte e chi ha il centralizzato debba stare in salotto con i maglioni?
“Bisognerà vedere se ci sono controlli a campione, se esistono condizioni oggettive per eventuali sanzioni e soprattutto da parte di chi. Non ci sono decreti attuativi ancora. Certo è che un inquilino, a regime centralizzato, non può fare risparmi, mentre gli altri consumano il doppio di gas…”

E se scatta il razionamento? Col gas pare praticamente impossibile…
“Parliamo prima di risparmi, facili da ottenere. Mi spiego: se ci sono belle giornate possiamo non accendere i riscaldamenti il 22, ma magari il 25. Invece di stare accesi 12 ore filate, possiamo magari fare meno ore con una o più ore di pausa. Il tema è un altro: ci sono tanti fabbricati vecchi con serramenti da rifare e impianti non bilanciati. Se al terzo piano una famiglia ha 20 gradi in casa, già ora chi sta al 6° ne ha solo 16. Al di là di risparmi, che vano assolutamente fatti, bisogna intervenire massicciamente sugli impianti”.