Cingolani: Embargo petrolio? La nostra dipendenza è dal gas

Il ministro della Transizione ecologica commenta il via libera al sesto pacchetto di sanzioni alla Russia al Festival dell'Economia di Trento

Mentre il sesto pacchetto delle sanzioni contro la Russia, che include un embargo graduale al petrolio in arrivo via mare in Europa, è stato adottato dalla riunione degli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue, a tracciare la situazione dell’Italia è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Che, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento, spiega come per noi l’impatto di questa decisione sarà inferiore rispetto ad altri Paesi. Per quanto riguarda il petrolio, appunto. Mentre la situazione sarebbe molto diversa sul piano del gas, su cui c’è “la nostra dipendenza principale”.

Per il momento, spiega il ministro, sul gas “non si è ancora cominciato a parlare in maniera effettiva di sanzioni“. Ma in Italia, “nel frattempo, noi abbiamo diversificato le nostre nuove fonti“. Al momento, precisa, abbiamo già trovato 25 miliardi di metri cubi di gas. Considerando che dalla Russia ne importiamo 29 miliardi all’anno, “vuol dire che sostanzialmente abbiamo di fatto portato in pari il fabbisogno, perché i 4 miliardi di differenza saranno un piano di risparmio non draconiano, che dovremo fare comunque perché vogliamo diminuire l’uso del gas“, sintetizza Cingolani.

C’è ottimismo per il futuro, dunque, visto che “questo nuovo gas arriverà con una curva di crescita: quest’anno qualche miliardo di metri cubi, il prossimo anno 18 milioni e dal 2024 arriverà tutto. Possiamo dire che nell’inverno 2024-2025, nel secondo semestre 2024, potremmo essere indipendenti dalle forniture russe, ma la condizione importante è che gli stoccaggi, che si stanno facendo adesso, vengano portati a termine entro fine anno, perché dovremo iniziare l’inverno del 2023 con gli stoccaggi pieni: se così sarà, e ci stiamo avviando seppur con molto lavoro verso questa direzione, non metteremo un cappotto in più“.

La sostituzione delle forniture di gas, però, non basta. Secondo il ministro, infatti, bisogna accelerare sulla transizione ecologica: “Quella che abbiamo davanti è una bella sfida, che si vince ovviamente diversificando le fonti, perché non possiamo uscire dal gas in un anno, ma accelerando le rinnovabili in maniera circolare” assieme “a tutte le altre misure come la circolarità, la rinaturazione, cioè gli investimenti sui nostri terreni, sui nostri mari e il nostro verde per decarbonizzare. Ed è quello che stiamo facendo in parallelo con il Pnrr“.