“Alcuni in Europa hanno avuto la tentazione di rappresentare la sfida dei rifugiati come una nuova sfida. La Convenzione sui rifugiati del 1951, si dice, appartiene a un’altra epoca. Non è stata concepita per affrontare la sfida di un numero così elevato di persone soprattutto in un momento di spostamenti forzati di massa o di nuove forme di migrazioni su larga scala legate a cambiamenti climatici o ai disastri naturali”. Così l’ambasciatrice di buona volontà dell’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Cate Blanchett, nel suo intervento in plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles. “L’affermazione è che questo pone troppe richieste alle nostre risorse – le nostre scuole e ospedali, i nostri mercati del lavoro – o che i nuovi arrivati, con le loro lingue e culture diverse, mineranno in qualche modo i valori di coloro che li ospitano”. Blanchett ha aggiunto che a “parte il monumentale deficit di compassione, questo argomento dimostra anche un pericoloso disinteresse per la storia”.