Export, Sace: Agroalimentare verso +9,1%, ma resta rischio rincari fertilizzanti

“I prodotti dell’agroalimentare sono tra quelli più comunemente associati all’italianità e compongono il raggruppamento che ha affrontato meglio la crisi pandemica”. E’ quanto emerge da ‘Caro export. Sfide globali e il valore di esserci’, l’ultimo rapporto di Sace presentato oggi. “Nel 2021 – prosegue lo studio – la performance è stata positiva (+11,8%), favorita dall’avanzamento delle campagne vaccinali in molti mercati chiave e dal conseguente incremento dei consumi legati alla ripartenza del settore HoReCa e al maggior numero di momenti di convivialità. Le vendite oltreconfine hanno raggiunto il massimo storico di 52 miliardi di euro, sostenute da alcuni comparti legati soprattutto al consumo fuori casa ma anche a quello domestico, ad esempio panetteria e pasticceria (+18,8%), vino (+12,4%) e formaggi e latticini (+12,3%)”. Anche “le quotazioni di commodity alimentari durante il 2021 hanno raggiunto livelli record, per via di condizioni metereologiche non favorevoli e criticità sul lato dell’offerta che sono peggiorate quest’anno a seguito della situazione geopolitica. Russia e Ucraina insieme, infatti, forniscono più del 30% delle esportazioni mondiali di grano, circa il 20% di quelle di mais e l’80% di olio di girasole – sottolinea Sace -. Le prospettive per il raggruppamento sono positive e si stima una crescita delle esportazioni del 9,2% quest’anno, sostenuta in misura lievemente superiore da prodotti agricoli (+9,7%), proprio a causa dei rincari degli input produttivi; il buon andamento è previsto proseguire anche nel 2023 a +5%”. (Segue)