Fondo sociale per il clima, Ue verso una nuova dimensione del Green Deal

L'obiettivo? Sostenere famiglie e cittadini più vulnerabili a investire nell’efficienza energetica

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Se l’Unione europea vuole avere successo nell’attuare la transizione energetica, le politiche europee per il clima dovranno consentire a tutti gli Stati membri di affrontare il problema della povertà energetica in maniera credibile, “senza lasciare nessuno indietro”. È con questa convinzione che il 14 luglio di un anno fa la Commissione europea nel quadro del pacchetto sul clima ‘Fit for 55 ha proposto di introdurre un ‘Fondo sociale per il clima’ (‘Climate action social facility’), un fondo di compensazione sociale per sostenere famiglie e cittadini più vulnerabili a investire nell’efficienza energetica, ma anche in mobilità sostenibile e nuovi sistemi di riscaldamento delle case. E quindi, anche affrontare il problema della povertà energetica, una condizione che investe oltre 30 milioni di europei che non sono in grado di mantenere le proprie case adeguatamente calde d’inverno o fresche d’estate.

Una condizione che potrebbe essere aggravata dai piani per la transizione energetica che l’Unione europea porta avanti attraverso il Green Deal. Proprio nel ‘Fit for 55’ Bruxelles ha proposto di estendere il mercato del carbonio (il sistema Ets) anche a edifici e trasporti, e su questo fascicolo non sarà facile trovare un accordo tra i co-legislatori dell’Ue, Parlamento e Consiglio. Già quasi un anno fa, quando la proposta è stata avanzata, ha incontrato resistenze da parte di entrambi, che temono di aggravare la condizione delle fasce più povere della popolazione, oggi alle prese anche con l’aumento dei prezzi dell’energia. Per mettere a tacere queste preoccupazioni, nel ‘Fit for 55’ la Commissione ha proposto anche il Fondo sociale per il clima, da co-finanziare per portare gli Stati membri a introdurre misure mirate contro la povertà energetica e la cosiddetta povertà della mobilità.

Nella proposta della Commissione, si tratterebbe di un fondo di compensazione sociale, dal valore di circa 72,2 miliardi di euro tra 2025 e 2032 che la Commissione europea pensa di co-finanziare attraverso il 25% delle entrate del nuovo sistema Ets. Il resto (75%) verrebbe assegnato attraverso i bilanci degli Stati membri. “Molti europei stanno soffrendo a causa di prezzi elevati delle bollette, la transizione verso energie rinnovabili abbasserà i costi ma a molte persone servirà sostegno da parte dell’Ue” attraverso il fondo di compensazione sociale, ha spiegato il vicepresidente per il Green Deal, Frans Timmermans.

A settembre inizieranno i negoziati tra i co-legislatori e al netto di un accordo tra Europarlamento e Stati membri, i governi dovranno presentare alla Commissione un “piano sociale per il clima”, in cui dovranno indicare tutte le misure e gli investimenti su come mitigare i costi della transizione sulle famiglie più vulnerabili. Nei negoziati interistituzionali (tra Consiglio e Parlamento, mediati dalla Commissione europea) l’Eurocamera spingerà per introdurre un approccio unitario alla definizione di povertà energetica e la povertà da mobilità, perché il Fondo vada a beneficio delle famiglie e delle microimprese più vulnerabili e particolarmente colpiti dall’impatto della transizione. E perché siano definiti allo stesso modo in tutta Ue.