Price cap allo studio dell’Ue. La proposta in autunno

È una battaglia che l’Italia di Mario Draghi ha portato avanti per mesi a livello comunitario, ottenendo che il tema fosse esplicitamente menzionato nelle conclusioni di due vertici europei consecutivi

Dall’alleanza tra Italia Viva e Azione, alla coalizione di centrodestra, passando per Impegno Civico guidato da Luigi Di Maio. Il tema del price-cap per il gas – ovvero l’introduzione di un massimale di prezzo contro il rincaro energetico dovuto alle tensioni con la Russia – fa capolino anche nella campagna elettorale che vede le forze politiche impegnate a presentare i loro programmi in vista della chiamata alle urne del prossimo 25 settembre.

Il price-cap sul gas è una battaglia che l’Italia di Mario Draghi ha portato avanti per mesi a livello comunitario, ottenendo che il tema fosse esplicitamente menzionato nelle conclusioni di due vertici europei consecutivi e portando la Commissione Ue a una riflessione approfondita sull’argomento. La coalizione di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega), l’alleanza tra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi e il nuovo progetto politico di Luigi Di Maio, Impegno Civico, scrivono nero su bianco nei loro programmi elettorali l’impegno a portare avanti in Europa la battaglia di Draghi, ricordando la necessità del tetto al prezzo del gas (che oggi ha toccato i 240 euro per Megawattora) per affrontare le conseguenze della crisi energetica trainata dalla guerra di Russia in Ucraina. Mosca è il principale fornitore di gas all’Europa e ha già tagliato o ridotto le forniture in diversi Paesi o partner commerciali Ue, costringendoli alla corsa per la ricerca del gas da altri fornitori.

Sul price-cap, però, l’Italia (come gli altri Paesi Ue) ha poca voce in capitolo e la parola spetta alla Commissione Ue. All’inizio più scettica sulla proposta, su mandato politico dei capi di Stato e governo l’esecutivo europeo ha acconsentito a esplorare tutte le misure possibili per affrontare l’urgenza dei prezzi alti, compresa l’introduzione del price-cap, purché in accordo con gli altri partner internazionali in modo che la misura non sia svantaggiosa per l’Europa. All’ultima riunione dei ministri dell’Energia che si è tenuta a Bruxelles il 26 luglio, i funzionari dell’esecutivo hanno riferito alle capitali sullo stato di avanzamento del lavoro. In un documento trasmesso ai ministri, di cui abbiamo preso visione, la Commissione riferisce di star “valutando con urgenza le diverse possibilità di introdurre massimali di prezzo per il gas” e che a tal fine sta consultato gli Stati membri (e i partner internazionali, eventualmente)” sulla proposta di fissare un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Conclusa la consultazione, ha chiarito ancora, l’esecutivo riferirà in autunno “con proposte specifiche, se necessario”.

Il tetto al prezzo del gas è un tema particolarmente sentito in Italia, che ha sollevato la questione anche nel quadro delle riunioni del G7 (che riunisce le principali economie al mondo: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America e l’Unione europea). Verosimilmente è nel contesto internazionale che l’UE cercherà di esplorare la possibilità di introdurre un tetto massimo del prezzo del gas, non solo a livello europeo. Più certo è che Bruxelles, sempre in autunno, presenterà una proposta di riforma del mercato elettrico, per sganciare il prezzo dell’elettricità prodotta da fonti rinnovabili da quello del gas e delle altre fossili. Per evitare il cosiddetto effetto contagio in un mercato energetico in cui il gas costa molto di più e determina il prezzo dell’elettricità. La discussione a livello europeo vede come sempre la divisione tra Nord e Sud, con l’Italia, la Grecia, Spagna, Portogallo e Francia a favore di una riforma strutturale del mercato, e i Paesi come la Germania e i Paesi Bassi, sostanzialmente contrari a un intervento massiccio sul mercato.