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Trenta artisti all’Onu: fare di più contro la plastica

Alla vigilia dell’apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a New York, circa 30 personalità del mondo dello spettacolo, dello sport e dell’attivismo internazionale hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta ai leader mondiali per chiedere loro di sostenere un ambizioso Trattato globale sulla plastica, basato su una drastica riduzione della produzione e sul divieto dell’usa e getta. Tra i firmatari figurano il premio Oscar Lupita Nyong’o, la pluripremiata attrice e cantante Bette Midler, la cantautrice Anggun e anche l’italiano Carlo Cudicini, Club Ambassador del Chelsea. L’appello segue la pubblicazione di un sondaggio commissionato da Greenpeace International secondo cui l’80% della popolazione interpellata in 19 Paesi è a favore di una riduzione della produzione di plastica.

“Come cittadini interessati al problema, sosteniamo gli sforzi per ridurre l’impiego di plastica monouso, ripulire le nostre spiagge e fare la raccolta differenziata. Ma tutto questo non è abbastanza, non lo è da molto tempo”, si legge nella lettera pubblicata oggi. “Viviamo in un sistema insostenibile, dominato dalla plastica usa e getta, e nessuna soluzione o politica pubblica sarà sufficiente, a meno che non riduciamo a monte la quantità di materiale plastico prodotto e consumato”.

L’appello arriva poche settimane prima del round finale dei negoziati ONU per definire un Trattato globale sulla plastica, in programma a Busan (Corea del Sud) dal 25 novembre al 1° dicembre: in quell’occasione, i leader mondiali dovranno arrivare a un accordo legalmente vincolante in grado di arginare la crisi globale della plastica.

“I governi non possono perdere tempo ad ascoltare l’industria petrolchimica e dei combustibili fossili che antepone il profitto al nostro futuro”, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “I leader mondiali devono, piuttosto, ascoltare le persone e definire un Trattato globale sulla plastica che riduca a monte la produzione e ponga fine all’era del monouso: ne va della nostra salute e del nostro clima”.

Greenpeace chiede che il Trattato riduca di almeno il 75% la produzione totale di plastica entro il 2040, per proteggere la biodiversità e garantire che l’aumento delle temperature globali rimanga al di sotto della soglia di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Oltre il 99% della plastica, ricorda l’organizzazione ambientalista, è ricavato da idrocarburi come petrolio e gas fossile, e il vertiginoso aumento nella produzione contribuisce in maniera significativa alla crisi climatica.

Elena Fois

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