Le tute blu perfettamente aderenti al corpo, le acconciature impeccabili (make up compreso), orecchini, collane, margherite e pupazzetti portafortuna. Ma anche un consumo di CO2 che ha fatto impallidire gli ambientalisti. Il volo spaziale della prima missione interamente femminile dai tempi del volo in solitaria della sovietica Valentina Tereshkova nel 1963, continua a portarsi dietro una coda di polemiche piuttosto trasversali.
Ma cos’è successo? Lunedì scorso la Blue Origin del miliardario Jeff Bezos (sì, quello di Amazon) ha mandato nello spazio NS-31, una missione composta dalla cantante Katy Perry, dalla futura moglie dello stesso imprenditore, Lauren Sánchez, dalla conduttrice televisiva Gayle King, dalla produttrice cinematografica Kerianne Flynn, dall’attivista per i diritti civili Amanda Nguyen e dall’ingegnera aerospaziale Aisha Bowe. Per circa 10 minuti, le sei donne hanno avuto il privilegio di partecipare al volo suborbitale e dopo aver fluttuato in assenza di gravità, la navetta New Shepard è atterrata nel deserto texano.
L’obiettivo della missione era, secondo la stessa Blue Origin, quello di lanciare un messaggio di empowerment femminile, ma l’attenzione eccessiva al glam (basti pensare che le tute sono state disegnate dalla stessa Lady Bezos insieme a Fernando Garcia e Laura Kim, fondatori del marchio Monse e direttori creativi della maison Oscar de la Renta) non è piaciuta al mondo femminista. E non è bastata la dichiarazione di Katy Perry dopo l’atterraggio (“Andare nello spazio è incredibile e volevo essere un modello di coraggio, merito e audacia”) a placare le polemiche. I costi elevatissimi (ma mai ufficialmente confermati) della missione – che rientra nel turismo spaziale e non tra le attività di ricerca – ma anche l’assenza di un legame chiaro tra il progetto e l’accesso alle professioni legate allo spazio da parte delle donne hanno fatto il resto.
E il carico da novanta è arrivato dagli ambientalisti. Da tempo le Ong denunciano l’impatto devastante sull’ambiente di questo tipo di viaggi e la missione al femminile della Blue Origin ha presentato un conto di 75 tonnellate di CO2. Per fare un paragone, un’auto produce 42 grammi di anidride carbonica per passeggero a chilometro. La modella Emily Ratajkowski su TikTok si è scagliata contro la missione: “Uno schifo da fine dei tempi. Siamo oltre la parodia”. “Dici di tenere alla Madre Terra – ha aggiunto – e stai salendo su un’astronave costruita e pagata da un’azienda che da sola sta distruggendo il Pianeta”. E ancora: “Guardate la situazione mondiale e pensate a quante risorse sono state investite per mandare queste donne nello spazio. Per cosa? Qual era il marketing in quel caso? Sono disgustata, letteralmente, sono disgustata”.
Immediata la replica di Lady Bezos: “Mi piacerebbe che i critici – ha detto in conferenza stampa – venissero a Blue Origin e vedessero le migliaia di dipendenti che non solo lavorano qui, ma mettono cuore e anima in questo veicolo. Quando sentiamo commenti del genere dico semplicemente: Fidatevi, venite con me, vi mostrerò di che cosa si tratta, ed è davvero illuminante”.
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