Guerra in Ucraina, un disastro (anche) ambientale

Ne sono convinte diverse associazioni tra cui PAX, Conflict and Environment Observatory ed Ecoaction. Così cresce la preoccupazione per il rilascio nell'aria e nell'acqua potabile di metalli pesanti

Oltre a un dramma umanitario, la guerra in Ucraina che va avanti dal 24 febbraio scorso, rappresenterà anche un disastro per l’ambiente. Ne sono convinte diverse associazioni tra cui PAX – una no-profit olandese che ha già documentato l’inquinamento in Siria e in altre zone di conflitto – il Conflict and Environment Observatory, ente di beneficenza del Regno Unito, ed Ecoaction, un gruppo ambientalista con sede in Ucraina.

DALL’INIZIO DEL CONFLITTO REGISTRATI 139 CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE

Ad esempio, al 10 aprile l’Ong Ecoaction aveva già registrato 139 crimini contro l’ambiente commessi dagli occupanti. La maggior parte di questi crimini ha avuto luogo a Kiev, nella regione di Slobozhanshchyna, nella zona di Donetsk e nell’Ucraina meridionale, ma tutte le parti del Paese, compresa quella occidentale, sono state colpite dagli occupanti.
La guerra in Ucraina – spiegano da Ecoaction – sta avvelenando l’aria, l’acqua e il suolo della nazione; secondo gli esperti di salute ambientale le sostanze inquinanti potrebbero restare nell’aria per anni, aumentando così il rischio di cancro e disturbi respiratori, nonché ritardi nello sviluppo dei bambini. Oltre allo schiacciante bilancio delle migliaia di vite perse nel conflitto, gli esperti sono preoccupati per gli effetti sulla salute dall’esposizione ai metalli pesanti e ai gas tossici e alle particelle derivanti da esplosioni, incendi e crolli di edifici“. Secondo gli esperti, i potenziali impatti sulla salute potrebbero estendersi oltre i confini dell’Ucraina, poiché gli inquinanti vengono trasportati dal vento.

Il capo del gruppo di lavoro sui crimini ambientali in Ecoaction, Yevhenia Zasyadko ha spiegato che “i crimini contro l’ambiente non riguardano solo la natura, ma le persone. Questa guerra può causare molte morti in futuro a causa dell’acqua inquinata. La sicurezza alimentare e i nostri terreni fertili sono in grave pericolo a causa delle azioni degli occupanti”.

100 ISPETTORI DEL GOVERNO UCRAINO AL LAVORO PER MONITORARE I DANNI

Come ha ricordato al Wall Street Journal, Stefan Smith – Senior Programme Manager, Disasters & Conflicts nell’ambito del programma delle Nazione Unite per l’ambiente “siamo di fronte a un enorme problema ambientale“. Circa 100 ispettori che lavorano per il governo ucraino stanno campionando il suolo e l’acqua nei siti di interesse, ma l’intera portata del danno all’ambiente è difficile da valutare perché non hanno accesso a molte regioni del Paese.

Diversi siti contaminati sono stati identificati vicino alle città di Kiev, Luhansk e Kharkiv, secondo Yevhenia Zasyadko, capo del dipartimento del clima di Ecoaction. Con l’intensificarsi dei combattimenti nella parte orientale del Paese, area fortemente industrializzata, potrebbero finire sotto tiro le fabbriche chimiche, le miniere di carbone e le raffinerie.

I danni alle miniere di carbone nella regione potrebbero inquinare le falde acquifere su cui fanno affidamento i piccoli villaggi della zona per l’acqua potabile. “C’è un grave rischio per la popolazione locale e per impatti ambientali a lungo termine se ci saranno attività militari in quell’area“, ha detto Stavchuk al Wsj. In altre parti dell’Ucraina, gli esperti di salute pubblica hanno espresso preoccupazione per il rilascio nell’aria e nell’acqua potabile di metalli pesanti come piombo e cadmio dai siti industriali, che sono collegati a ritardi nello sviluppo dei bambini. “Nel mezzo di una guerra, è difficile quantificare l’esposizione” agli inquinanti ambientali, ha affermato Barry Levy, professore presso la Tufts University School of Medicine ed esperto degli effetti della guerra sulla salute pubblica.

Ad esempio, dopo che i detriti dei missili hanno danneggiato i serbatoi di fertilizzanti nella regione di Ternopil, a est di Leopoli, i campioni di acqua del fiume a valle hanno mostrato livelli di ammoniaca 163 volte superiori al normale e nitrati 50 volte superiori. In tutta l’Ucraina, centinaia di enormi serbatoi immagazzinano circa 6 miliardi di tonnellate di rifiuti liquidi provenienti dall’attività mineraria e industriale, secondo un rapporto del 2019 dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Quelle sostanze chimiche tossiche potrebbero riversarsi nei terreni o nei fiumi vicini se i serbatoi venissero danneggiati.

I DANNI A SISTEMI IDRICI E A IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE

Il conflitto ha messo fuori uso oltre una dozzina di impianti idrici, inclusi quelli di trattamento delle acque e dighe, ha ricordato Wim Zwijnenburg, capo progetto di PAX. Inoltre, i danni agli impianti hanno lasciato le acque reflue non trattate a riversarsi in fiumi o torrenti. L’inquinamento atmosferico è un’altra grande preoccupazione, come riferisce Neta Crawford, professore di scienze politiche alla Boston University e co-direttore del Costs of War Project alla Brown University. A seconda della durata della guerra, le emissioni di carri armati, aerei militari e camion potrebbero ammontare a “tanto quanto produce un Paese di piccole o medie dimensioni in un anno intero“, ha affermato. In più gli attacchi russi hanno preso di mira depositi di carburante e raffinerie in tutta l’Ucraina, provocando grandi incendi e il rilascio di sostanze inquinanti tra cui fuliggine, metano e anidride carbonica.

IMPATTO NEGATIVO ANCHE PER LA RUSSIA

Secondo l’Indipendent, l’impatto della guerra avrebbe ripercussioni ambientali anche sulla Russia. Ad esempio, in Siberia gli incendi boschivi sono fuori controllo perché le unità militari russe che di solito si occupano del loro spegnimento sono state trasferite per combattere in Ucraina. Questi grandi incendi, infatti, sono diventati un evento sempre più frequente nella regione dalla primavera all’autunno. Il danno ambientale, conclude Zwijnenburg di PAX, viene spesso ignorato durante la guerra, ma dovrebbe essere monitorato da vicino: “L’ambiente non è solo questione di salvare alberi e piantare fiori“, ha affermato. “È una questione molto più profonda – ha concluso – perché se l’ambiente viene contaminato, le persone non possono più vivere lì“.