Lo sci alpino si dà appuntamento questo fine settimana a Sölden, in Austria, per il tradizionale gigante d’apertura della Coppa del Mondo, inizio di una stagione che rischia ancora una volta il l’attacco da parte delle realtà ambientaliste. Nelle immagini provenienti dalle webcam del ghiacciaio del Rettenbach, da dove partiranno gli atleti per questa prima tappa nel Tirolo austriaco, la lingua bianca che delinea la pista da sci è una macchia in mezzo a un paesaggio roccioso quasi privo di neve. Niente di cui preoccuparsi a Sölden, che da trent’anni ospita l’appuntamento annuale. La scorsa settimana la Federazione Internazionale di Sci (la Fis) ha effettuato il necessario “controllo della neve” e ha dato il via libera allo svolgimento delle gare, che l’anno scorso erano state in parte annullate a causa delle condizioni meteorologiche. Ma in un momento in cui i ghiacciai austriaci si stanno ritirando a pieno ritmo sotto l’effetto del cambiamento climatico, una competizione del genere all’inizio della stagione non è più unanime.
“I nostri ghiacciai non devono essere vittime di progetti prestigiosi”, ha denunciato Greenpeace, accusando gli organizzatori di aver utilizzato gli escavatori sul Rettenbach per preparare la pista. L’argomento ha provocato anche la reazione del governo austriaco. “È incomprensibile continuare a ripartire a tutti i costi a ottobre, nessuno capisce perché sia assolutamente necessario sciare su ciò che resta del ghiacciaio in queste circostanze”, ha detto il ministro dell’Ambiente austriaco, Leonore Gewessler.
A poche centinaia di chilometri a ovest di Sölden, su un altro ghiacciaio e in un altro paese, la situazione è simile. A metà novembre, le prime discese della stagione dovranno svolgersi durante una tappa unica tra Zermatt (Svizzera) e Cervinia (Italia). Annunciata in pompa magna, questa spettacolare corsa ai piedi dell’iconico Cervino è stata annullata nel 2022 per mancanza di neve. La neve è caduta bene quest’anno ma le rivelazioni della stampa svizzera su lavori potenzialmente illeciti sul ghiacciaio che ospiterà la gara hanno avuto ampia diffusione, spingendo diverse associazioni a contattare le autorità locali che alla fine hanno ordinato lo stop ai lavori al di fuori del comprensorio sciistico autorizzato. Anche in questo caso gli organizzatori negano categoricamente di aver superato le autorizzazioni e ribadiscono che tali decisioni non avranno alcuna incidenza sullo svolgimento delle manifestazioni.
A febbraio, centinaia di sciatori professionisti, tra cui la star americana Mikaela Shiffrin, hanno firmato una lettera preparata dall’associazione ‘Protect Our Winters’ (POW) chiedendo alla Fis di intensificare i suoi sforzi ambientali. La stessa associazione ha lanciato la settimana scorsa una petizione – firmata da circa 30.000 persone – per chiedere alla Federazione di “svegliarsi”, ritenendo che le immagini di Sölden e Zermatt avessero “scioccato” e “danneggiato la credibilità degli sport invernali”. “Le vostre azioni danneggiano la reputazione della Fis, ma anche il futuro dello sci e la credibilità di tutti coloro che stanno sinceramente cercando di lottare per l’azione per il clima“, ha affermato la Fis in un comunicato, ricordando i suoi obiettivi in termini di riduzione del carbonio e di lotta al clima. po
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