La siccità paralizza il commercio fluviale

Fiumi e canali trasportano più di 1 tonnellata di merci all'anno per ogni residente dell'Ue e contribuiscono con circa 80 miliardi di dollari all'economia

Il perdurare della siccità, in tutta Europa, rischia di sconvolgere anche il commercio. Ai già enormi danni causati all’agricoltura, alla pesca, al turismo balneare e ai comparti dell’idroelettrico, si devono aggiungere infatti quelli causati al trasporto fluviale delle merci. A farne le spese non è solo l’Italia ma l’intera Europa centrale. E gli effetti si avranno a breve su tutto il continente. Secondo una stima di Bloomberg basata su dati Eurostat, fiumi e canali trasportano più di 1 tonnellata di merci all’anno per ogni residente dell’Ue e contribuiscono con circa 80 miliardi di dollari all’economia. Anche solo la situazione di Reno e Danubio offre una prospettiva inquietante degli effetti del deficit idrico sul commercio. Il motivo è quasi ovvio: con poca acqua chiatte e navi cargo non possono transitare.

DANUBIO E RENO

Il Danubio si snoda per 1800 chilometri, attraversando dieci Paesi europei tra cui Baviera e Austria per poi sfociare nel Mar Nero, mentre il Reno scorre per circa 800 miglia attraverso le zone industriali svizzere e tedesche prima di sfociare nel Mare del Nord, poco più a sud del porto di Rotterdam (il più grande e trafficato d’Europa). Entrambi i fiumi sono ai minimi storici e nel caso del Reno si teme possa ripresentarsi la grave crisi del 2018, quando una grande secca provocò danni miliardari all’economia tedesca. Circa 58 milioni di persone vivono nell’area servita dal Reno, la cui acqua viene utilizzata a scopi domestici, per irrigare ma anche per produrre energia. Bloomberg sottolinea che il traffico fluviale “è pressochè insostituibile per alcune aziende” dal momento che “la rete ferroviaria tedesca deve affrontare una congestione cronica” e il trasporto su gomma non è vantaggioso in egual misura a quello fluviale. Sono infatti necessari più di 110 camion per trasportare lo stesso carico di una chiatta media e la Germania soffre di una carenza di ben 80mila camionisti dovuta alla guerra in Ucraina.

CONSEGUENZE CATASTROFICHE

La regione è già sull’orlo della recessione poiché l’invasione russa dell’Ucraina alimenta l’inflazione spremendo le forniture di cibo ed energia – spiega Bloomberg – e la situazione, a soli 4 anni dallo storico arresto del trasporto marittimo sul Reno, aggiunge urgenza agli sforzi dell’Ue per rendere più resiliente il trasporto marittimo interno“. Secondo Albert Jan Swart, economista dei trasporti alla ABN Amro Bank citato dal report di Bloomberg, il combinato disposto di siccità, guerra e inflazione colpirà duramente le economie degli Stati mitteleuropei, superando i 5 miliardi di euro di danni del 2018.

E questo nel bel mezzo della crisi energetica. Il basso livello e la scarsa portata dei corsi d’acqua infatti impediscono anche il trasporto del carbone e il funzionamento delle centrali idroelettriche. Di più: in Francia la situazione è critica perché il Rodano e la Garonna sono troppo caldi per raffreddare efficacemente i reattori nucleari e diverse amministrazioni locali hanno introdotto restrizioni agli usi domestici. Più di 100 comuni dipendono dall’acqua potabile fornita da autobotti. A causa della siccità del Reno, persino la Svizzera è dovuta correre ai ripari (sfruttando le riserve di carburante) dato il calo record dei livelli di energia idroelettrica. In Olanda i traghetti transitano a rilento o vengono bloccati, incidendo pesantemente in alcune aree sul traffico di automobili, di camion e biciclette. E il futuro non è roseo. “Le previsioni sono per ulteriori cali dei livelli dell’acqua e questo significherà game over “per “un numero sempre maggiore di chiatte“, ha affermato su Bloomberg Joachim Hessler, amministratore delegato della compagnia di navigazione Maintank GmbH.

EMERGENZA DA GESTIRE

Sul Danubio (ovvero il fiume navigabile più lungo dell’Ue) sono in corso operazioni di dragaggio di emergenza in Germania, Bulgaria, Romania e Serbia e le navi sono in attesa che i canali vengano sgomberati. I punti più critici si trovano nell’area di Zimnicea lungo il confine rumeno-bulgaro e più a valle del fiume a Cernavoda, che interessa la navigazione verso l’Ucraina. Il ministro serbo alle Infrastrutture, Tomislav Momirovic, ha sottolineato che “mantenere il Danubio navigabile è fondamentale per l’approvvigionamento energetico poiché le chiatte portano carbone per alimentare i generatori quando la produzione degli impianti idroelettrici sta soffrendo“. La Germania sta anche cercando di aumentare di 20 centimentri (sic) la profondità del Reno tra le città di Sankt Goar e Budenheim ma il progetto verrà completato solo entro il 2030.