La startup 9-Tech ricicla i metalli dei pannelli solari

La tecnologia sviluppata dall'azienda promette di "recuperare in maniera efficiente tutti i materiali: dal vetro a elevata purezza ai nastri di rame e alle celle di silicio", afferma il founder Pietrogiovanni Cerchier

pannello solare

Rendere circolare lo smaltimento dei pannelli solari, recuperando silicio, vetro e plastica è la sfida quotidiana della startup veneta 9Tech, fondata nel gennaio del 2020. La realtà innovativa, più in generale, studia e sviluppa nuovi processi e impianti per il recupero di metalli strategici da rifiuti elettronici, con il core business incentrato sulla ricerca e prototipazione nell’ambito dell’economia circolare. “Per quanto riguarda la struttura e le componenti è meno complesso riciclare un pannello solare che un comune telefono cellulare. – spiega a GEA Pietrogiovanni Cerchier, founder di 9Tech e ideatore del prototipo – Il pannello è costruito, di solito, seguendo parametri standard e questo rende più facile il processo di riciclo”. I vantaggi sono legati anche alla filiera separata dello smaltimento. «”I lotti sono esclusivamente composti da pannelli solari, non come nel caso dei rifiuti elettronici dove cellulari, computer ed elettrodomestici finiscono insieme nei centri Raee“.

Grazie alla spinta degli incentivi, il fotovoltaico italiano sta crescendo con oltre un milione di impianti installati a fine 2021, stando all’ultimo rapporto Gse (Gestore Servizi Energetici). Si tratta di un quantitativo consistente di pannelli solari che tra massimo 30 anni dovranno essere sostituiti e smaltiti. La priorità già da ora, con il nodo da sciogliere dei pannelli di prima generazione da smaltire, è lavorare sulla gestione virtuosa del fine vita dei dispositivi, contrastando il rilascio di sostanze inquinanti ma anche intervenendo sui rifiuti elettronici – materiale e componenti spesso di alto valore – immettendoli in un nuovo ciclo produttivo con vantaggi in termini di risparmio economico e riduzione degli impatti.

Non mancano le aziende che si occupano del riciclo dei pannelli solari ormai a fine corsa. In molti casi, però, il processo di riciclo meccanico risulta dispendioso per il committente e non tutti i materiali vengono adeguatamente separati e quindi riutilizzati. La tecnologia sviluppata da 9Tech promette, invece, di “recuperare in maniera efficiente tutti i materiali del pannello dal vetro a elevata purezza ai nastri di rame e alle celle di silicio“, afferma Cerchier. L’approccio termochimico del prototipo (chiamato 9PV), che ora è in attesa del nulla osta regionale per diventare impianto sperimentale, è diverso: “Quando arriva il pannello lo smontiamo e lo inseriamo in un forno per sciogliere le componenti, a questo punto aspiriamo le ceneri residue. – continua il ceo di 9Tech – Spostiamo poi il tutto in tre distinti macchinari che dividono vetro, rame, celle fotovoltaiche. Per disgiungere l’argento e quindi riuscire a riciclare il silicio, che deve essere puro al 99% per essere reiserito nelle filiere, è necessario un ulteriore passaggio, questa volta in un impianto chimico che è in fase di implementazione“. L’obiettivo di 9Tech è quello di posizionarsi come primo impianto sul mercato in grado di risolvere efficacemente il problema del fine vita dei pannelli solari. “Stimiamo che l’impianto possa permettere di ricavare da mille kg di pannelli solari circa 700 kg di vetro, 120 di alluminio, 35 celle in silicio e 8 contatti in rame“, spiega Cerchier.

Si è ancora in fase di test, ma durante la ricerca sono già state processate 4 tonnellate di pannelli solari. L’idea della startup innovativa è frutto dell’attività di dottorato di Pietrogiovanni Cerchier nel Dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Padova. Grazie al supporto del centro ricerche Green Propulsion Lab di Veritas e ai fondi di Eit Rawmaterials (European Institute of Innovation & Technology) attraverso progetti di incubazione come Booster e Accelerator, la realtà è riuscita a muovere i primi passi sul mercato. “Puntiamo a lanciare la prima linea produttiva nel 2023, sfruttando anche lo slancio del Pnrr“, conclude il founder.