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Microplastiche

L’analisi di Plastic Soup Foundation sulle microplastiche nei cosmetici

I dieci marchi analizzati sono stati scelti sulla base del rapporto ‘Leading 20 health and beauty brands ranked by consumer reach points in Europe in 2020’

Per avere un quadro più specifico dell’ampio uso di microplastiche nei cosmetici, Plastic Soup Foundation, organizzazione che si occupa esclusivamente dell’inquinamento da plastica, ha analizzato le 10 marche di consumo più popolari fra i produttori di cosmetici in Europa. La scelta è stata fatta sulla base del rapporto ‘Leading 20 health and beauty brands ranked by consumer reach points in Europe in 2020’ del dipartimento di ricerca di Statista Research. I dieci marchi finiti sotto il microscopio sono stati Gillette, Oral-B, Head & Shoulders (P&G), Nivea (Beiersdorf), L’Oreal Paris, Elvive/Elseve, Garnier (L’Oreal Groupe), Dove, Rexona e Axe (Unilever).

L’OREAL

Il Gruppo L’Oréal riconosce il problema dell’inquinamento da plastica. Nel suo piano di sostenibilità per il futuro, si spinge a definirlo “uno dei problemi ambientali più urgenti”. L’azienda riconosce la necessità di migliorare i propri imballaggi, affermando che “entro il 2030 il 100% sarà costituito da plastica riciclata o biobased, e entro il 2025 tutti gli imballaggi in plastica saranno ricaricabili, riutilizzabili, riciclabili o compostabili”. Tuttavia, nei piani di sostenibilità dell’azienda non si parla direttamente di microplastiche. Ma l’azienda afferma che entro il 2030 rivaluterà tutte le sue formule per garantire il rispetto degli ecosistemi acquatici. Quando è stato chiesto a L’Oreal quali fossero i suoi piani per affrontare le microplastiche, il Gruppo ha risposto di avere riformulato tutti i prodotti da risciacquo che vengono eliminati direttamente nell’acqua, come gel doccia o shampoo. Dal 2020 sono tutti tutti privi di microplastiche. Tutte le microsfere di plastica sono state eliminate dai prodotti esfolianti a partire da gennaio 2017. Tuttavia, a oggi, il 77% dei 1.003 prodotti L’Oreal Paris contengono microplastiche. Il 90% è a rischio e solo il 4% è microplastics free. Per quanto riguarda Elvive/Elseve, dei 15 prodotti analizzati 11 sono rossi, 3 sono arancioni e solo uno (lo shampoo a secco) è verde. Elvive ha due strategie che si concentrano sul packaging e sulle formule. A partire dal 2020, il 100% dei flaconi sarà di plastica riciclata. Per quanto riguarda la formula, il loro piano di sostenibilità fa la prima menzione indiretta delle microplastiche nel Gruppo, parlando di una tecnologia con meno silicio e biodegrabilità della formula. Garnier riconosce la lotta all’inquinamento da plastica come uno dei pilastri del suo piano di sostenibilità, ma al momento solo il 23% dei suoi prodotti è privo di microplastiche. Il gruppo L’Oreal, interpellata, ha dichiarato di “impegnarsi da diversi anni a ridurre l’uso di microperle di plastica e di microplastiche nei suoi prodotti”. Ma proprio le microplastiche sembrano essere l’anello mancante tra impegni pubblici e le ambizioni del gruppo nell’affrontare il problema dell’inquinamento da plastica.

BEIERSDORF

Beiersdorf è un’azienda che sembra comprendere l’importanza e il significato della crisi dell’inquinamento da plastica. Si è impegnata a ridurre l’uso di plastica vergine di origine fossile del 50% e a utilizzare 30% di plastica riciclata nei suoi imballaggi. Inoltre, vuole che il 100% delle sue confezioni sia ricaricabile, riutilizzabile o riciclabile entro il 2025. Cosa ancora più importante, Beiersdorf non si è tirata indietro di affrontare il problema delle microplastiche. E’ persino arrivata a dichiarare che Nivea sarebbe diventata 100% priva di microplastiche entro la fine del 2021 e Eucerin entro la fine del 2023. Interpellata sull’andamento del progetto, Beiersdorf ha risposto che dal 2019 “tutti i prodotti da risciacquo, come shampoo e gel doccia, sono stati shampoo e gel doccia sono privi di microplastiche. Per quanto riguarda i prodotti senza risciacquo stiamo inoltre lavorando intensamente per sostituire le poche materie prime a base di microplastica ancora utilizzate. Stiamo facendo ottimi progressi con queste modifiche alle formule. Nel 2021 siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo con Nivea, i cui prodotti non contengono più microplastiche”.

PROCTER & GAMBLE

Quando si tratta di imballaggi in plastica, Procter & Gamble (P&G) non resta indietro rispetto alla concorrenza. Nel suo programma di sostenibilità dichiara che entro il 2030 intende ridurre del 50% la plastica negli imballaggi e renderli riciclabili o riutilizzabili. La parola microplastica, invece, non compare da nessuna parte. P&G menziona la chimica verde sostenendo di aver trovato un modo per trasformare l’acido lattico in acido acrilico biobased, ma non è del tutto chiaro cosa questo significhi. Non si parla chiaramente di una riduzione dell’uso di ingredienti plastici o di un passaggio a ingredienti più biodegradabili. Alla richiesta di Plastic Soup Fonudation, P&G ha risposto che “aderisce alla definizione di microplastica e all’ambito di applicazione dei materiali delineati dall’ECHA, ci conformeremo alla normativa che ne deriverà nell’Ue”.

UNILEVER

Il piano di sostenibilità di Unilever è composto da 53 pagine, il più esteso fra i quattro produttori analizzati. Copre una varietà di argomenti e metodi, ma i più interessanti sono l’impegno contro gli imballaggi in plastica e l’accenno alla biodegradabilità delle formule. L’obiettivo è di ottenere il 25% di plastica riciclata negli imballaggi entro il 2025 e il 100% delle confezioni in plastica riutilizzabili, riciclabili o compostabili. Vogliono infine raggiungere l’obiettivo ‘Net Zero’ in termini di imballaggi. Nessun accenno, però, alle microplastiche. Ne fa solo una citazione indiretta menzionando gli ingredienti a base di combustibili fossili. Rispondendo sui piani futuri in materia di ingredienti a base di microplastiche, l’azienda afferma di aderire alla definizione dell’Unep, spiegando che “tutti gli opacizzanti di microplastica sono stati rimossi dai nostri deodoranti in Europa deodoranti in Europa e siamo in procinto di rimuoverli dalla nostra gamma globale”.