Rifiuti, Cingolani: Se inceneritore riduce uso discarica almeno 10% è da considerare

“Sugli inceneritori, viste le notizie di stampa e un po’ tutto quello che si è sentito, mi sono studiato nel dettaglio la situazione” perché “vorrei che ci fosse da parte di tutti una fiducia basata sui fatti, non su una richiesta di credito. Il ministero ha prodotto il Piano nazionale dei rifiuti, le Regioni devono a loro volta produrre la strategia regionale dei rifiuti e noi verifichiamo la compatibilità tra piano nazionale e quelli regionali. Siccome un inceneritore o termovalorizzatore è, eventualmente, una prerogativa della Regione e non del ministero, se l’ente locale vuole inserirla come ipotesi dovrà farlo seguendo regole molto precise”. Lo dice il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio e Finanze alla Camera sul dl Energia2, rispondendo alle domande dei deputati. “Esiste una gerarchia del rifiuto, una specie di piramide – spiega -, dove al livello più basso, cioè la cosa che dovrà essere abbandonata prima possibile, c’è la discarica. Al penultimo c’è l’inceneritore, mentre le soluzioni che si trovano sopra sono più raccomandabili”. Chiarito questo aspetto, Cingolani prosegue: “Attualmente quello che succede è, innanzitutto, avere un ciclo dei rifiuti virtuoso che faccia differenziata e riciclo, poi si deve tendere a livello europeo al famoso trittico ‘65%-25%-10%’. E’ noto che il 65 percento va riciclato, il 25 percento è quello che non si sa più cosa fare e può andare in discarica”, anche se “oggi noi ci mettiamo molto di più del 10% in discarica”. Oltretutto “con le Bat, le Best available techniques, un termovalorizzatore, se si fa, è per andare a incidere su quel 10 percento”. Quindi, “nell’ipotesi che una strategia regionale preveda un termovalorizzatore, che questa strategia sia compatibile con il Piano nazionale e rispetti le Bat e la differenziazione del rifiuto, se va a ridurre il 10% ovviamente è una soluzione che va considerata”.