
Dazi, Italia predica cautela e spera in retromarcia Trump. Tajani: “Usa non autolesionisti”
Il rischio è fare il passo sbagliato, ma le pressioni aumentano giorno dopo giorno. Dal 2 aprile i dazi imposti da Donald Trump dovrebbero essere effettivi e l’Italia potrebbe pagare un prezzo molto alto alle politiche del presidente degli Stati Uniti. Ma la parola d’ordine nel governo è prudenza, ben sapendo che l’onere della trattativa con Washington spetta all’Ue. Anche se l’uscita di Ursula von der Leyen sull’Europa pronta alla “vendetta”, poi corretta in “risposta”, non lascia tanto tranquilla Roma.
Per il vicepremier, Antonio Tajani, “una guerra commerciale non credo possa produrre effetti positivi anche per l’economia americana, sia per quel che riguarda il mercato delle auto, sia per quanto riguarda l’inflazione, perché se arriva, poi, la Fed come reagisce? Aumentando il costo del denaro”. Il ministro degli Esteri crede ancora nella forza del dialogo e del confronto, perché “non penso che gli americani vogliano essere autolesionisti”.
Non prende bene le parole della presidente della Commissione Ue nemmeno l’altro vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, anche se le concede il beneficio d’inventario stavolta. “Vendicarsi dei dazi di Trump? Se von der leyen ha detto così è stata una scelta infelice: vendicarsi e aprire guerre commerciali non fa l’interesse di nessuno, spero sia stata fraintesa e mal tradotta – dice il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti -. Fare la guerra agli Stati Uniti non è una cosa intelligente, le guerre su campo vanno risolte sul tavolo non con le vendette o controdazi”.
L’obiettivo dichiarato del leader leghista, semmai, è stringere ancora di più i bulloni dell’alleanza con gli States. Personalmente ci ha provato nei giorni scorsi, in un colloquio telefonico con il vice di Trump, JD Vance, col quale ha parlato di una missione con le aziende italiane Oltreoceano. Opportunità di cui potrebbero parlare di persone dal 18 al 20 aprile prossimi, perché proprio Vance ha in programma una visita a Roma – come segnala Bloomberg -, sebbene trapeli solo di una richiesta, quella di incontrare la premier, Giorgia Meloni. Ma se questa volta non sarà possibile il faccia a faccia, Salvini non ne farà un dramma: “Non posso inseguire le agende mediatiche. Io l’ho invitato a vedere le Olimpiadi, se venisse anche prima sarebbe un’opportunità incontrarlo”. Chi vivrà vedrà.
Nel frattempo c’è da risolvere la grana dei dazi. Che la strada da seguire sia il dialogo ne è convinto anche Adolfo Urso: “Dobbiamo scongiurare l’escalation che accrescerebbe il danno. Bene fa la Commissione europea a riflettere prima di reagire”. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy predica “cautela”, perché è meglio “aspettare le decisioni del presidente Trump, che spesso ha annunciato delle cose e poi ne ha fatte altre o comunque le ha commisurate”.
Posizioni, quelle degli esponenti di governo, che agli occhi delle opposizioni sembrano andare in senso opposto l’una dall’altra. Infatti, il fuoco di fila va dal Pd ai Cinquestelle, ad Avs e Italia viva. La partita sembra comunque ancora aperta e tutta da giocare, a patto che l’Europa assuma un ruolo da protagonista in un negoziato con gli Usa che si presenta tutt’altro che facile.