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Scatta allerta maltempo: al Nord si attendono 48 ore di forti piogge

Scatta l’allerta maltempo arancione su gran parte del nord Italia, in particolare su alcune aree di Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Sardegna. Allerta gialla, invece, prevista in 7 regioni: Sardegna, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma una due-giorni meteo eccezionalmente perturbata con nubifragi, piogge torrenziali, venti in rinforzo, tanta neve sulle Alpi e rischio di eventi estremi.

Nelle prossime ore, un’estesa saccatura atlantica si approfondirà dall’Islanda fino alle Baleari; in seguito, questa perturbazione raggiungerà anche l’Algeria causando la risalita di masse d’aria calda ed estremamente umida dal Mediterraneo centrale verso il Nord-Ovest italiano e la Sardegna. Questa risalita nordafricana di aria calda ed umida viene chiamata anche ‘warm conveyor belt’ che in italiano si traduce ‘nastro trasportatore di calore’: le masse d’aria subtropicali, insieme al calore, trasportano enormi quantità di vapore. Questo nastro causerà quindi oltre 300 litri di pioggia per metro quadrato sulle regioni di Nord-Ovest. Non si escludono picchi di 400 litri in 48 ore, la pioggia di 6 mesi in un solo evento estremo.

Tutto questo movimento Islanda-Algeria provocherà, dunque, piogge torrenziali sull’Alto Piemonte, in Lombardia, in Liguria e in Valle d’Aosta: si temono piene fluviali, esondazioni e alluvioni lampo anche se una parte della precipitazioni, per fortuna, si fermerà sotto forma di neve in montagna oltre i 1600-1800 metri.

Giovedì la saccatura traslerà verso est, isolando un profondo ciclone sul Mar Ligure: questa bassa pressione di circa 995 hPa attiverà venti molto forti a rotazione ciclonica che causeranno mareggiate e piogge orizzontali. La pioggia inizierà a cadere obliqua poi, durante i fenomeni più intensi e con le raffiche di vento più impetuose, l’acqua potrebbe arrivare anche in modo quasi orizzontale. Massima prudenza quindi: giovedì continuerà a piovere molto forte al Nord-Ovest, ma anche sull’Alta Toscana e su parte del Nord-Est.

Cosa potrebbe succedere per Pasqua e Pasquetta? Al momento, dopo un miglioramento tra venerdì e sabato, per la Santa Pasqua non si esclude l’arrivo di una nuova perturbazione sin dal mattino al Nord-Ovest e in Sardegna, meno intensa dell’attuale ma capace di provocare altre piogge sparse su queste zone; nel pomeriggio sono attesi dei fenomeni anche verso Toscana, Umbria e Lazio, mentre sul resto del Paese potremo godere di tempo più asciutto e anche soleggiato. Un’Italia divisa in due.

Per il Lunedì dell’Angelo, gli ultimi aggiornamenti indicano rovesci alternati a sole sulle regioni centrali, mentre la situazione potrebbe essere (ancora condizionale) asciutta e soleggiata al Nord ed al Sud.

Ciclone di San Valentino all’impatto: neve a bassa quota e venti furiosi

Il Ciclone di San Valentino disturba la Festa degli Innamorati. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo di un piccolo ma violento ciclone che sconquasserà il meteo delle prossime 48 ore. Inizialmente il Ciclone di San Valentino colpirà il Nord-Est con venti di Bora in intensificazione, piogge, locali temporali e prime nevicate fino ai 500-600 metri di quota; nel frattempo continuerà a piovere su gran parte del versante tirrenico. Dal pomeriggio l’aria fredda polare, associata al ciclone, causerà l’abbassamento della quota neve fino a 200-300 metri, entro la tarda serata: si prevedono, dunque, Cene di San Valentino sotto i fiocchi tra Emilia Romagna, Toscana orientale, Umbria e nord Marche. Su queste regioni la neve, ospite non invitato alla Festa degli Innamorati, si presenterà anche con tanto vento: in pratica, secondo la terminologia meteorologica, avremo locali bufere di neve o, in inglese, i temuti ‘blizzard’.

Il passaggio del ciclone sarà veloce, ma intenso: sabato mattina il nocciolo freddo porterà ancora nevicate fino a bassa quota, se non addirittura in pianura, tra Toscana meridionale, Umbria e zone interne delle Marche; il maltempo in seguito sarà ancora attivo sul Medio Adriatico, ma si sposterà rapidamente al Sud con piogge e rovesci. Domenica, finalmente, il ciclone sarà già in Grecia, lontano da noi, con residui fenomeni, nevosi a quote medio-alte, solo tra Sicilia, Calabria e Puglia; al Centro-Nord avremo delle gelate al mattino ma con prevalenza di sole ovunque. Anche il vento, che soffierà impetuoso nelle prossime 48 ore, si attenuerà. Prestiamo dunque attenzione al Ciclone Polare di San Valentino: tra il tardo pomeriggio, la notte e la mattina del sabato ci saranno nevicate a bassa quota sul quadrilatero Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana.

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Doppio ciclone fino al weekend: tanta pioggia al nord e poi al sud

Finisce il mese di gennaio, ma poco cambia: il 2025 è iniziato all’insegna della pioggia e continuerà così anche nei primi giorni di febbraio. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma il campo di bassa pressione in quota presente sul Mediterraneo, responsabile dell’instabilità sul nostro Paese. Durante il weekend quest’area depressionaria sarà alimentata da altre correnti perturbate provenienti direttamente da un ciclone tra Algeria e Tunisia.

In queste ore, intanto, stiamo subendo un attacco ciclonico di origine atlantica, il vortice è sceso nelle ultime 24 ore dal Nord della Francia fino al Mar di Sardegna: si prevedono altri fenomeni al Nord e su Toscana e Sardegna; sabato salirà in cattedra invece un ciclone nordafricano che porterà maltempo da Nord a Sud.
In sintesi, apriamo gli ombrelli: per i prossimi giorni, di alta pressione o di anticicloni non ne vedremo. Anzi, l’Anticiclone delle Azzorre si allungherà verso l’Europa settentrionale con una pressione di 1030 hPa tra Germania e Danimarca. Avremo un continente a testa in giù, bel tempo sul Nord Europa e brutto tempo sul Mediterraneo.
Nelle prossime ore sono infatti previste delle piogge in spostamento dalla Sardegna verso Toscana e Nord-Ovest con quota neve intorno ai 1000-1200 metri sulle Alpi; nel pomeriggio i fenomeni risulteranno intensi tra Toscana e Liguria e, a macchia di leopardo, raggiungeranno gran parte del Nord.

Nel weekend il copione sarà molto simile all’inizio, poi sarà stravolto dal regista meteo del momento, il ciclone nordafricano tra Algeria e Tunisia: al mattino del sabato le piogge bagneranno ancora Nord e Toscana mentre, dal pomeriggio, tutto cambierà con il maltempo che si sposterà gradualmente verso Sardegna, Sicilia e Sud peninsulare, laddove si fermerà fino a lunedì.

Domenica 2 febbraio, per la Santa Candelora, sono infatti previsti rovesci e temporali su tutto il Sud e su gran parte del Centro, escluse Toscana, Umbria e Marche: sarà un ciclone importante capace di portare un elevato carico di umidità dal Nord Africa (per lo più acquisito anche durante il transito sul mare) e un ‘sacco’ di Sabbia del Deserto (non lavate l’automobile). Al Nord, al contrario, avremo tempo splendido con tanto sole quasi ovunque: oltre ad un’Europa capovolta, troveremo dunque anche un’Italia capovolta.

Lunedì 3 sono infatti previste altre piogge al Sud poi, da martedì, è prevista la formazione di un anticiclone mostruoso (circa 1045 hPa di pressione, cioè molto alta) su Germania, Danimarca e Mitteleuropa; questo gigantesco anticiclone sarà in grado di proteggere anche il nostro Paese: da martedì, tempo finalmente asciutto e più sereno per tutti, anche per l’Italia, bersagliata da piogge decisamente abbondanti dall’inizio del 2025.

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Ciclone Mediterraneo in transito: da metà settimana arriva nuova perturbazione

Il maltempo non molla: un ostinato ciclone Mediterraneo sta ancora interessando in queste ore l’Italia meridionale, con il suo carico di forti piogge. E non è finita qui: dopo una breve tregua, il nostro Paese verrà nuovamente interessato dal maltempo. E’ attesa una lunga fase instabile sull’Italia con tante piogge e il ritorno della neve sulle nostre montagne dopo tanto tempo.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che tra oggi e domani il transito di un ciclone mediterraneo provocherà precipitazioni in particolare al Centro-Sud e sulle due Isole Maggiori, localmente anche intense sui settori tirrenici, andando ad aggravare una situazione già particolarmente delicata dopo le piogge alluvionali di venerdì e del weekend appena trascorso. Anche al Nordovest si faranno sentire gli effetti di questa perturbazione, con precipitazioni su Liguria, Piemonte e Lombardia, nevose sulle Alpi sopra i 700 metri.

Dopo una giornata di martedì interlocutoria, con meno precipitazioni, ecco che da mercoledì 22 si aprirà la famigerata ‘Porta Atlantica’: allargando infatti lo sguardo all’intero quadro europeo si può notare una vasta perturbazione atlantica, alimentata da correnti fredde e instabili pronta ad irrompere sull’Italia.

Ci aspettiamo dunque un nuovo forte peggioramento del tempo, soprattutto al Nordovest, provocato da un’irruzione di aria fredda dal Nord Atlantico che favorirà il ritorno di fenomeni dopo tanto tempo sulle regioni settentrionali e con la possibilità più che concreta di abbondanti nevicate sull’arco alpino occidentale. Secondo gli ultimi aggiornamenti i fiocchi potrebbero spingersi fin verso i 7/800 metri di quota (sui dettagli saremo più precisi nei prossimi aggiornamenti). La perturbazione attraverserà l’Italia settentrionale e parte di quella centrale giovedì, dopodiché ci sarà una temporanea rimonta dell’alta pressione che garantirà un tempo più stabile fino al weekend.

Il Comune è senza assicurazione: sindaco di Breil-sur-Roya ‘vieta’ catastrofi naturali

Se la burocrazia non fa la sua parte entrano in campo le provocazioni. Il sindaco di Breil-sur-Roya, Sébastien Olharan (LR), ha firmato un decreto che ‘vieta’ tutte le catastrofi naturali sul suo territorio, per protestare contro l’impossibilità di assicurare gli edifici del comune, che confina con l’Italia ed è stato duramente colpito dalla tempesta Alex nel 2020.

Il comune di 2.200 abitanti era assicurato da oltre 20 anni con Smacl, una compagnia che ora fa parte di Maif e che rimane una delle poche, insieme a Groupama, ancora presenti sul mercato assicurativo degli enti locali. Ma a giugno Smacl ha annunciato l’intenzione di rescindere tutti i contratti di Breil entro la fine dell’anno. E nonostante i suoi sforzi, il sindaco non ha trovato un nuovo assicuratore.

L’unica cosa che è riuscito a ottenere da Smacl all’ultimo minuto è stata una proroga di un anno della copertura assicurativa obbligatoria per la protezione funzionale e la responsabilità per danni causati a terzi, nonché la copertura per l’uso dei veicoli comunali. Per contro, i circa 70 edifici comunali (municipio, scuola, asilo nido, biblioteca, ecc.) non sono più assicurati dal 1° gennaio: in caso di sinistro, tutti i costi di riparazione saranno a carico del Comune.

Di conseguenza, “le calamità naturali sono vietate su tutto il territorio comunale”, recita il primo articolo del nuovo statuto comunale, che cita “incendi, alluvioni, frane, terremoti, smottamenti, tempeste, neve e grandine”, nonché “sommosse, terrorismo, atti vandalici, furti e danni involontari”. “Di fronte a una situazione inconcepibile e ingiusta che mette a rischio il nostro comune, il nostro patrimonio pubblico e il denaro dei contribuenti, mi sono ridotto a questa risposta assurda”, ha spiegato il sindaco, chiedendo una riforma urgente del sistema assicurativo degli enti locali.

Breil-sur-Roya non è un caso unico: secondo una consultazione condotta nel febbraio 2024 dai membri della Commissione Finanze del Senato, il 60% dei 713 enti locali framcesi che hanno risposto ha incontrato almeno un problema importante con il proprio assicuratore nel corso del 2023. Circa il 20% ha subito la risoluzione del contratto da parte dell’assicuratore, a volte con un preavviso molto breve. Quasi un terzo aveva subito una modifica del contratto, quasi sempre con un aumento dei premi. Anche un’altra missione condotta all’inizio del 2024, su richiesta del governo, dal sindaco di Vesoul Alain Chrétien (Horizons) e dall’ex presidente di Groupama Jean-Yves Dagès, ha rivelato il deterioramento delle relazioni tra le autorità locali e gli assicuratori, accentuato dai disordini del giugno 2023, che ha portato a “brutali cancellazioni” e ad “aumenti talvolta vertiginosi dei premi e delle franchigie”.

Notte di San Silvestro con nebbie fitte, probabile calo termico verso l’Epifania

Un anno fa la notte di San Silvestro fu a tratti piovosa al Centro-Nord e in Campania, la fine del 2024 sarà invece asciutta e serena. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma una fine 2024 e un inizio 2025 all’insegna dell’anticiclone delle Azzorre: alta pressione in inverno significa però anche stabilità, ristagno di inquinanti e nebbie in pianura; dopo giornate con buona visibilità, si prevede un deciso peggioramento in val Padana e nelle valli del Centro con presenza di nebbie notturne a tratti anche fitte. Prudenza quindi, anche all’ora del brindisi.

Oltre alle nebbie non ci sarà molto da segnalare, il tempo sarà molto buono in montagna con temperature sopra la media del periodo, sarà gelido a tratti nei fondivalle e nelle pianure a causa di una spiccata inversione termica: lo zero termico infatti salirà fino a 2700 metri mentre avremo delle gelate al piano. In sintesi, le prossime ore vedranno un sole prevalente salvo foschie al Nord e sulle regioni adriatiche; è previsto un aumento delle nubi in Liguria e sulla Sardegna meridionale. Tutti questi addensamenti saranno associati a possibile pioviggine, localizzata e poco impattante: il brindisi di mezzanotte sarà ottimo per tutti, anche come auspicio e con buoni propositi.

Il 2025 si aprirà, infatti, ancora con l’alta pressione: attenzione solo alle nebbie fino al mattino e a qualche addensamento in più anche in Toscana. La prima perturbazione del nuovo anno è prevista tra giovedì e venerdì con qualche fenomeno sulle Alpi, sulle Isole Maggiori e tra Toscana e Lazio. In seguito, dovremo monitorare bene la situazione in quanto questo nuovo anno si aprirà con molta incertezza meteorologica: intorno all’Epifania è probabile un diffuso calo delle temperature, ma ancora mancano dettagli e conferme.

Intanto, godiamoci dunque il brindisi di mezzanotte con questo meteo, poi staremo a vedere: il cin-cin di Torino sarà in prevalenza stellato con 1°C, a Milano, Bologna e Venezia la notte sarà in compagnia della nebbia e 2-3°C, a Firenze vivremo un brindisi tranquillo con 4°C tra stelle e poche nubi, a Roma più nubi con 7°C, a Napoli foschia e 9°C a mezzanotte; infine, a Cagliari il cielo potrebbe essere un po’ più grigio con 12°C, mentre sul resto del Paese sono previsti cieli sereni con 3 gradi a L’Aquila, 7°C a Bari, 10-11°C a Reggio Calabria, Catania e Palermo.

Comunque vada, il 2024 si chiuderà come l’anno più caldo della storia, poi vedremo cosa succederà nel nuovo anno: il proposito è quello di inquinare meno, di provare a combattere questa estrema fase di Riscaldamento Globale e di vivere un Pianeta con maggiore coscienza ecologica. Un 2025 green, magari.

Nel 2024 in Italia 351 eventi meteo estremi: pesa la siccità prolungata

L’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A fare la parte da leone in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. A scattare questa fotografia di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024, sottolineando come la Penisola ancora una volta si sia fatta trovare impreparata anche in questi ultimi giorni di fine anno contrassegnati da piogge, mareggiate e venti forti. Male il Governo Meloni per l’inerzia dimostrata. In particolare, l’Esecutivo non ha messo in campo strategie di prevenzione e non ha stanziato le risorse economiche necessarie per attuare le azioni prioritarie del PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che ad oggi risulta essere una scatola purtroppo vuota. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Il 2024 è stato segnato da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud 92 e dal Centro 61.  A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Preoccupano anche i danni che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri.

Nel 2024 l’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il Governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del PNACC, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’Esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col DL Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il DPR per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”.

Tra gli eventi meteo estremi in crescita – aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente – preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L’emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”.

Per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).

Il 2024 è stato segnato anche da eventi meteo estremi che hanno avuto sempre più impatti sul trasporto nelle aree urbane. Interruzioni e sospensioni causate non solo da piogge intense, allagamenti e frane dovute a intense precipitazioni, ma anche dalle temperature record e dalle forti raffiche di vento. Tra i casi più recenti gli episodi dello scorso 24 ottobre a Roma, dove è stata chiusa per allagamento, causato dalla pioggia intensa, la stazione Cipro della Metro A; pochi giorni prima era stata sospesa la circolazione ferroviaria sulla linea Rimini–Ravenna, per il forte maltempo che ha provocato l’allagamento dei binari nella stazione di Cesenatico. Il 5 settembre scorso una nuova esondazione del Seveso a Milano ha portato a ritardi fino a 120 minuti per i treni tra le stazioni di Rogoredo e Porta Vittoria, mentre il servizio tranviario è risultato compromesso, in particolare per le linee 3, 19, 31 e la linea M2 è stata chiusa tra le fermate di Famagosta e Assago/Piazza Abbiategrasso.

Spicca poi l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, +0,7°C al di sopra della media di quel mese del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Il novembre 2024 è stato di 1,6°C al di sopra del livello pre-industriale ed è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell’aria ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali. Anche la temperatura superficiale media marina per il mese di novembre 2024 ha registrato livelli record, con 20,6°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,13°C al di sotto del novembre 2023.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Clima, il numero di eventi estremi in Italia dal 2015 al 2024

L’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). Nell’infografica interattiva di GEA gli eventi estremi in Italia dal 2015 ad oggi secondo quanto riferito da Legambiente.

Vigilia e Natale al freddo: gelo e neve in collina a partire dai 300 metri

Aria molto fredda di origine polare si sta riversando da più giorni sull’Italia. Il suo ingresso sul bacino del Mediterraneo ha dato vita a un ciclone che ora si trova tra il nostro Paese e la Grecia. Ci apprestiamo a vivere la vigilia e il giorno di Natale con almeno mezza Italia colpita dal maltempo.

Saranno sette le regioni che fino a Natale saranno interessate da precipitazioni diffuse e nevose a quote piuttosto basse, a partire dai 300-500 metri, secondo Antonio Sanò, fondatore del sito ilmeteo.it. La parte d’Italia più colpita sarà la fascia adriatica centrale, Marche, Abruzzo e Molise, regioni sferzate da venti freddi da Nord e precipitazioni anche abbondanti, nevose in collina. Ma nevicherà anche sui monti della Campania, della Calabria, della Puglia e della Sicilia sempre a quote collinari. Dove non nevicherà sarà invece la pioggia ad essere la protagonista.

La fase clou di questa nuova ondata di maltempo avverrà nella vigilia di Natale, mentre il 25 dicembre le precipitazioni inizieranno gradualmente a diminuire fino a quasi cessare del tutto.
Sul resto d’Italia invece ci sarà bel tempo con cielo sereno e terso grazie alla rimonta dell’alta pressione delle Azzorre.

Una particolare attenzione dovrà essere tenuta anche per altri due fattori importanti: vento e temperature. La ventilazione continuerà ad essere sostenuta dai quadranti settentrionali con il Grecale e la Tramontana che la faranno da padrone soffiando fin oltre i 50-60 km/h provocando ancora mareggiate con onde alte fino a 3-4 metri.

Le temperature invece saranno in diminuzione. Se al Centro-Sud farà freddo di giorno (con non più di 8-11°C su molte città costiere e di pianura), al Nord sarà di notte in cui piomberà il gelo. Il risveglio di Natale farà registrare intense gelate su gran parte del Nord con valori fino a -4°C anche in pianura e fino a -16/-18°C a circa 2000 metri di altezza. Gelate sono attese anche al Centro, come a Firenze, Perugia e Roma. Il freddo proseguirà anche nella giornata di Santo Stefano (giovedì 26) e almeno fino all’ultimo weekend del 2024. Ma per la fine dell’anno gli aggiornamenti odierni intravedono l’arrivo di una goccia fredda che

In arrivo la ‘tempesta perfetta’: freddo artico, neve e mareggiate sull’Italia

In arrivo la ‘tempesta perfetta’: prima tantissimo vento, poi pioggia, freddo e anche neve in pianura. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma, purtroppo, l’arrivo sull’Italia della ‘tempesta perfetta’, un mix micidiale tra vento, freddo e neve: ovviamente non sarà perfetta in quanto porterà disagi e danni, soprattutto a causa del vento che soffierà violentissimo da ovest, costruendo in mare aperto onde giganti fino a 7 metri sul Mar Ligure.

Nel dettaglio, il mare diventerà ‘agitato’ dal pomeriggio sul settore ligure con onde fino a 4 metri, poi in serata sarà ‘grosso’ (scala Douglas) sulle coste di Liguria di Levante e Toscana con onde di 5-6 metri. Le onde più alte raggiungeranno l’estrema ed eccezionale altezza di 7 metri davanti alla costa toscana del Mar Ligure (tra la Versilia e Livorno). Sarà purtroppo una storica mareggiata di Libeccio con potenziali danni sulle coste esposte.

Nella giornata di mercoledì altre onde fino a 5 metri, con mare molto agitato, colpiranno anche i litorali laziali e il nord della Sardegna (in primis le Bocche di Bonifacio): i venti ruoteranno in giornata da Libeccio (sud-ovest) verso Maestrale (nord-ovest).

Il Maestrale nella notte tra mercoledì e giovedì sarà impetuoso anche su Campania e Calabria tirrenica per poi insistere su gran parte dei bacini meridionali in giornata. Giovedì, contemporaneamente, avremo anche una seconda tempesta di Libeccio con onde fino a 4-5 metri sul Mar Ligure, in discesa serale verso sud. In pratica la ‘tempesta perfetta’ avrà almeno due fasi di vento impetuoso da sud-ovest, ovest, nord-ovest: il vento sarà pericoloso da martedì pomeriggio fino almeno a sabato mattina e i marosi colpiranno ripetutamente le coste.

Dopo il vento arriveranno anche le piogge: in particolare, da mercoledì fino a venerdì pioverà sempre sulle stesse zone, quelle tirreniche dalla Toscana al Lazio, alla Campania e fino alla Calabria. Su queste regioni i cumulati di pioggia potrebbero essere significativi, in 3 giorni ben oltre i 100-150 litri per metro quadrato.

Ma l’altro aspetto più importante della tempesta perfetta sarà la neve: inizialmente cadrà sulle Alpi, anche moderata, oltre i 1000 metri con accumuli più rilevanti in Valle d’Aosta e sui rilievi di confine. Mercoledì avremo un’imbiancata anche sull’Appennino oltre i 1400-1500 metri, ma il giorno da segnare con la ‘matita blu’ sarà giovedì 21 novembre.

Giovedì la neve potrebbe cadere fino in pianura, specie in Piemonte; dalla sera non sono poi escluse fioccate coreografiche anche sul Triveneto, sulle pianure più settentrionali di quest’area. Anche a Milano giovedì ci sarà la caccia al fiocco di neve, guardando controluce il lampione; al momento si prevedono accumuli significativi solo in Piemonte e Valle d’Aosta ma dovremo monitorare bene la situazione anche per tutte le arterie stradali collinari o di alta pianura. Tra l’altro con lo spostamento della massa d’aria artica verso sud-est, avremo locali fenomeni nevosi in pianura venerdì mattina ancora sul Triveneto e soprattutto sull’Appennino centro-settentrionale fino a quote collinari.

Insomma per 3 giorni la tempesta perfetta, o meglio ‘imperfetta’ per i potenziali danni, allerte e disagi, imperverserà sul nostro Paese da Nord a Sud: chiudete i boccaporti e serrate gli ormeggi, si vola e si batte i denti!

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