Vermi e grilli nel piatto: 54% italiani contrari a insetti. Filiera Italia: Non è sostenibilità

Dal 26 gennaio potranno essere commercializzate nell’Unione le larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus)

Larve insetti farina

Anche le  larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) entrano nel novero dei nuovi alimenti. Dopo la locusta migratoria e il grillo domestico, un quarto insetto si aggiunge alla lista dei nuovi alimenti autorizzati dall’Ue: dal 26 gennaio infatti potranno essere commercializzate nell’Unione le larve del verme della farina minore (Alphitobus diaperinus) congelate, in pasta, essiccate. L’autorizzazione, proposta dalla Commissione europea e approvata dagli Stati Ue, arriva dopo l’ok dato a partire dalla fine del 2021 prima alle larve gialle della farina, poi alla locusta migratoria e da ultimo ai grilli. Tutti in forma congelata, essiccata o in polvere. E, a quanto si apprende, altre otto domande sono in lista d’attesa. In tutti i casi, le norme Ue sui cosiddetti ‘novel food’ includono requisiti specifici di etichettatura per quanto riguarda l’allergenicità poiché le proteine da insetti possono causare reazioni soprattutto nei soggetti già allergici a crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, ai molluschi.

Nonostante la levata di scudi di molti in Italia, Bruxelles continua a vedere gli insetti, e le proteine alternative in generale, come una risposta all’aumento del costo delle proteine animali, del loro impatto ambientale, dell’insicurezza alimentare, della crescita della popolazione e della corrispondente, crescente domanda di proteine tra le classi medie. Inoltre, come ricordano dalla Commissione europea, l’allevamento di insetti potrebbe contribuire anche a ridurre le emissioni di gas serra e lo spreco alimentare. Ciononostante, l’accelerazione sugli insetti a tavola non sembra interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non li porterebbero mai in tavola, considerandoli estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo un’indagine Coldiretti/Ixè. Una corretta alimentazione, infatti, non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati, sostiene la Coldiretti, e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Si tratta, comunque, di alimenti che hanno ricevuto l’autorizzazione dall’Efsa, l’autorità alimentare Europea che però, precisa la Coldiretti, nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere.

E da Filiera Italia è arrivato anche l’appello a non confondere il consumo di insetti con la sostenibilità. “Nessuno vuole vietare un bel piatto di insetti a chi lo desidera ma non si racconti la barzelletta della sostenibilità – spiega Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia – questo oggi in un momento in cui la nostra produzione rischia di essere smantellata in nome di una sostenibilità ideologica che vorrebbe trasformare i nostri terreni agricoli in giardini improduttivi. Si difenda piuttosto il modello italiano, esempio di sostenibilità a livello mondiale, in grado di vincere la sfida di produrre il cibo necessario a rispondere a un fabbisogno crescente impattando sempre meno“.