Verso la Cop27: il decalogo della transizione dei materiali edili

Il mondo delle costruzioni sta facendo grandi progressi verso la transizione ecologica, ma la strada è ancora lunga. Ecco il decalogo per un'edilizia davvero green

Di fronte al riscaldamento globale e all’urbanizzazione dilagante, è possibile sviluppare uffici e case ad alta efficienza energetica, basati su sistemi intelligenti, integrando aria condizionata e vegetazione? Il mondo dei materiali da costruzione sta facendo grandi progressi verso la transizione ecologica, ma la strada è ancora lunga. Ecco il decalogo per un’edilizia davvero green.

1. ACCIAIO ‘VERDE’. Per costruire i 246 miliardi di metri quadrati che hanno visto la luce nel 2020 sul pianeta (+1% rispetto al 2019), cemento e acciaio restano di gran lunga i primi due materiali utilizzati e i maggiori emettitori di CO2. Per avvicinarsi a una reale transizione, i produttori di acciaio – soprattutto quelli europei – prevedono di produrre acciaio ‘verde’ entro il 2050, sostituendo il carbone con idrogeno verde per fondere il ferro. Gli investimenti sono giganteschi e il rischio è un aumento dei costi di circa il 30%.

2. CEMENTO E CALCESTRUZZO. Secondo l’Associazione mondiale del cemento e del calcestruzzo, che ha sede a Londra, ogni anno vengono utilizzati quattordici miliardi di metri cubi di calcestruzzo. La sola Cina, tra il 2011 e il 2013, ha consumato il 50% in più di cemento rispetto agli Stati Uniti nel corso del XX secolo. Tuttavia, il calcestruzzo emette più CO2 dell’aviazione per la presenza del cemento, il cui legante, chiamato clinker, deve essere riscaldato a 1.400 gradi per la sua fabbricazione. Una speranza arriva, però, dalla biomimetica: è possibile produrre cemento a partire dal carbonato di calcio, capace di sequestrare la Co2. Nel frattempo, per le costruzioni di massa, l’intero settore punta sul calcestruzzo a basse emissioni di carbonio, in particolare sostituendo il legante cementizio con le ‘scorie’, uno scarto dell’industria siderurgica.

3. ARIA CONDIZIONATA – RISCALDAMENTO. Secondo uno studio del Laboratorio nazionale per le energie rinnovabili (Usa) pubblicato a marzo, l’aria condizionata da sola è responsabile del 4% delle emissioni globali. Evidente il circolo vizioso: più caldo è il pianeta, più condizionatori ci sono. Molti gli esperimenti per limitarne l’impatto. L’architetto zimbabwese Mick Pearce ha progettato un sistema di climatizzazione ispirato alla natura. Sul modello delle termiti che regola la loro temperatura creando una moltitudine di condotto per permettere la circolazione dell’aria, l’esperto ha progettato il più grande palazzo commerciale di Harare, la capitale dello Zimbabwe. L’edificio si raffredda di notte immagazzinando aria fresca ed espellendo aria calda durante il giorno. Diversi, poi, gli esperimenti ispirati al funzionamento degli alveari.

4. EFFICIENZA ENERGETICA. È la sfida principale della transizione ecologica perché il tipo di energia utilizzata per scaldare o raffreddare un edificio determina il peso delle sue emissioni. Nel 2020, gli investimenti globali nel settore sono cresciuti dell’11,4%, arrivando a circa 184 miliardi di dollari, secondo il rapporto della Global Building and Construction Alliance delle Nazioni Unite. Dati, però, molto lontani dagli obiettivi definiti dall’Accordo sul Clima di Parigi: le emissioni di CO2 degli edifici dovrebbero diminuire del 50% entro il 2030 rispetto al 2020, ovvero del 6% annuo, il che implica una riduzione del 45% di consumo di energia per metro quadrato nel mondo, un tasso cinque volte più veloce di quanto fatto finora.

5. ISOLAMENTO. Di fronte alle ondate di calore o al freddo invernale, investire nell’isolamento degli edifici è meglio che aumentare l’aria condizionata o il riscaldamento. Le pareti trattengono il calore meglio delle finestre, ma ovunque si stanno sviluppando doppi vetri, anche tripli per certi edifici passivi del nord Europa, cioè quegli edifici che riescono a far fronte alla maggior parte del loro fabbisogno di energia per riscaldamento e raffreddamento utilizzando dispositivi passivi, capaci di isolarli dall’esterno.

6. RAIN GARDEN. Progettato per raccogliere l’acqua piovana che scorre dal tetto di una casa o di un vialetto, trattiene la pioggia dopo le precipitazioni. Questi giardini costituiti da rocce, piante e arbusti adattati alle condizioni di siccità fanno parte delle soluzioni basate sulla natura per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

7. MATERIALI BIOLOGICI. Legno, canapa, sughero, lino, paglia, ovatta di cellulosa: questi materiali, ricavati da fonti vegetali rinnovabili, contribuiscono in modo significativo allo stoccaggio del carbonio atmosferico e alla conservazione delle risorse naturali. Il loro uso è sempre più diffuso in edilizia.

8. EDILIZIA ‘RICICLATA’. Recuperare materiali provenienti dalle demolizioni non è più un tabù. Lo sa bene Catalyst, una realtà fiorentina che intende promuovere il riciclo dei materiali che derivano dalle demolizioni con una proposta decisamente innovativa: riempire dei mattoni multipli utilizzando ciò che viene prodotto dall’abbattimento di un edificio esistente. La costruzione di una casa unifamiliare consuma 40 volte più risorse della ristrutturazione e quella di un palazzo di edilizia residenziale circa 80 volte di più.

9. TERRA CRUDA. La costruzione ancestrale in terra cruda è nel mezzo di un rinascimento. L’industria sta cercando di sviluppare tecniche per consolidare l’uso del calcestruzzo di terra, ad esempio attraverso l’utilizzo di paglia o sterco animale. La terra, materiale poco costoso e a km 0, contribuisce alla regolazione dell’umidità e soprattutto al livellamento delle temperature interne, in modo particolare in caso di ondata di caldo. Nel 2021 lo studio Renzo Piano ha consegnato un ospedale pediatrico a Entebbe, in Uganda, a una ONG italiana, tutto in terra battuta, sormontata da pannelli fotovoltaici.

10. PIANIFICAZIONE URBANISTICA. Gli esperti raccomandano di frenare le nuove costruzioni, incoraggiare il rinnovamento dei centri abitati, fermare l’espansione urbanistica, anche “ricostruendo la città sulla città”.

11. VETRO FOTOVOLTAICO. I pannelli di vetro producono elettricità dalla luce solare filtrata. Ancora costosa, questa tecnica emergente prefigura gli edifici connessi di domani, ma si scontra con una carenza di materiali, in particolare il silicio.