“Per Eni si apre la nuova frontiera dell’Asia grazie a tech e competenze”. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che annuncia l’intesa con Indonesia e Malesia, 15 miliardi di investimenti. “Abbiamo unito con Petronas i nostri rispettivi asset in Indonesia e Malesia, costituendo una società da 300 mila barili al giorno di produzione, che diventeranno 500 mila, con 3 miliardi di riserve combinate e 10 miliardi di barili di potenziale esplorativo”, spiega nel colloquio con il Corriere della Sera. “Oltre alle dimensioni, siamo nell’area dell’Asia Pacifico, mercato in forte crescita. E quando si parla di crescita economica, si parla di energia che ne è il motore. L’aumento della domanda mondiale di gas sarà guidato dai mercati asiatici anche per il ruolo di fonte destinata a rimpiazzare il carbone (che, lo si dimentica, è tuttora la principale fonte di produzione energetica), con benefici in termini di abbattimento delle emissioni”, dice Descalzi, spiegando che “la società si autofinanzierà e creeremo importanti sinergie non solo in termini di asset, ma anche in termini di know how e finanziari. È il nostro modello”. E ancora: ” In molti erano dubbiosi che potessimo realizzare progetti di liquefazione del gas non sulla terra ferma ma al largo nel mare. Ci siamo riusciti prima in Mozambico, poi in Congo e adesso in Argentina. Non si tratta di progetti pilota sperimentali. In Argentina con YPF esporteremo 17 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030″.
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