“È la siccità più grave in oltre 120 anni”. Così Valmir Mendonca, responsabile portuale nella città di Manaus, in Brasile. Come rileva il Corriere della Sera, oltre 40 milioni di persone in Amazzonia sono a rischio di crisi umanitaria: i livelli del Rio delle Amazzoni e dei suoi affluenti, come il Rio Negro o il Solimões, sono ai minimi storici. Colpito da ripetute siccità provocate dal cambiamento climatico ma anche dagli incendi appiccati dall’uomo, il più grande bacino fluviale del mondo (oltre 7 milioni di chilometri quadrati) si sta prosciugando ad un ritmo mai registrato prima. Il 2023 è stato l’anno più secco degli ultimi 30 anni per i fiumi, secondo l’agenzia meteorologica dell’Onu (Omm). E il futuro rischia di essere peggiore, minacciando la sicurezza idrica in tutto il pianeta: già oggi 3,6 miliardi di persone hanno un accesso inadeguato all’acqua per almeno un mese all’anno, e si prevede che la cifra arriverà a 5 miliardi entro il 2050.
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