“Allineamento dei flussi finanziari pubblici e privati e riordino o cancellazione degli incentivi, comprese le sovvenzioni, dannosi per la biodiversità”. È l’impegno preso dai Paesi del G7 nella dichiarazione finale al termine del summit dedicato a clima, energia e ambiente, che si è concluso oggi, venerdì 27 maggio, in Germania. I ministri confermano, inoltre, la volontà di preservare e proteggere almeno il 30% del globo terrestre e il 30% degli oceani, aree interne e costiere compresi, entro il 2030. E perché questo avvenga, riconoscono i leader, “sono necessarie maggiori risorse finanziarie, da tutte le fonti, sia private che pubbliche, nazionali e internazionali”.
Uno dei peggiori effetti dovuti all’emergenza climatica in corso riguarda mari e oceani. “Sono sei anni consecutivi che si registrano temperature oceaniche da record, nonché l’aumento dell’acidificazione, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità. Riconosciamo che i nostri sforzi non sono all’altezza degli impegni globali”, dichiarano i ministri. Tuttavia, adottando il ‘G7 Ocean Deal’, gli stessi contribuiranno a garantire progressi sufficienti e tempestivi. In merito alla salvaguardia dell’ambiente marino, al vertice è stato affrontato l’eventuale, futuro sfruttamento minerario delle profondità. “Sottolineiamo l’opportunità unica di regolamentare un’attività umana prima che venga messa in pratica, al fine di prevenire i danni all’ambiente marino”.
Tra le proposte discusse a Berlino anche l’istituzione di un ‘Club del Clima’ internazionale, aperto e cooperativo, “coerente con le regole internazionali e con una partecipazione che vada oltre il G7. Nelle nostre discussioni ci siamo concentrati sul potenziale contributo del Climate Club alla promozione di un’azione ambiziosa per il clima, anche come forum di discussione e coordinamento”.
Uno dei temi chiave dell’assemblea sono state le rinnovabili. “Aumenteremo drasticamente l’elettricità generata dalle fonti pulite e il loro uso per il riscaldamento, il raffreddamento e i trasporti”. A questo proposito, i Paesi del G7 “prendono atto dello scenario ‘net zero’ dell’Aie che suggerisce che le economie dei G7 investano almeno 1.300 miliardi di dollari nelle energie rinnovabili, triplicando gli investimenti nelle energie pulite”.
“Affrontare la crisi climatica a livello globale è l’unico modo per trovare una soluzione efficace alle diverse velocità con cui i paesi affrontano la transizione ecologica, che è una sfida mondiale”, ha commentato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al termine del G7. “La novità è che per la prima volta tutti questi argomenti sono stati affrontati insieme. Le delegazioni hanno fatto un lavoro enorme per riuscire a sintetizzare un documento che traccia la strada per il futuro – ha aggiunto -. È stata una discussione estremamente densa e ne esce un comunicato totalmente condiviso, che rappresenta un passo avanti rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad ora. Ne è uscito un lavoro di concertazione di cui bisogna essere molto soddisfatti”, ha concluso il responsabile del Mite.
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