Nel mondo in continua evoluzione dell’energia, un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione è il disaccoppiamento del costo del gas da quello dell’elettricità. Il termine rappresenta una nuova direzione che il settore energetico sta prendendo, con implicazioni significative per l’economia e l’ambiente. Il prezzo del gas e dell’elettricità sono strettamente correlati. Il costo dell’elettricità dipende in gran parte dai prezzi del gas naturale, poiché molte centrali elettriche vengono alimentate proprio da questo combustibile. Il prezzo del gas naturale, in realtà, determina anche quello dell’elettricità prodotta con altre fonti, comprese quelle rinnovabili: la ragione dipende dal modo in cui funziona il mercato energetico europeo. A inizio degli anni 2000, legare il costo dell’energia prodotta da rinnovabili a quelli del gas aveva il vantaggio di incentivare gli impianti green garantendo margini di guadagno maggiore e compensando gli investimenti iniziali per realizzare impianti eolici o solari. Un modo per agevolare la diffusione degli impianti verdi. E questo soprattutto perché sul mercato viene venduta prioritariamente energia prodotta con costi marginali minori, cioè quella per la quale un aumento della produzione influisce meno sul costo per l’azienda produttrice. Visto che sono gratuite, l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili come la luce del sole e il vento, quando disponibile, è sempre la prima a essere scelta.
Ma l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le conseguenti sanzioni europee contro Mosca e la necessità degli Stati membri dell’Ue di ‘smarcarsi’ dalla dipendenza dal gas russo, hanno portato alla richiesta di una separazione di questi costi, consentendo a ciascun settore di determinare i propri prezzi in base alle dinamiche di mercato specifiche. Il sistema infatti ha retto fino a che il prezzo del gas non si è impennato portandosi dietro anche quello dell’elettricità. In Italia circa la metà dell’elettricità è prodotta da centrali a gas che garantiscono quella continuità che al momento le rinnovabili non hanno (il sole non c’è di notte). Se il prezzo del gas vola però l’aumento si ripercuote sul prezzo dell’elettricità prodotta, anche da rinnovabili, quindi a costi molto più bassi. Il disaccoppiamento parte dall’idea di consentire a ogni fornitore un prezzo in base ai costi di produzione. Oggi il prezzo del gas viene determinato al Ttf, il mercato di riferimento per l’Europa. Il costo per megawattora nell’ultimo anno è lievitato, salvo ora tornare su i 30 euro per effetto del price cap. Come tutte le Borse, anche quella del gas di Amsterdam, è volatile e soggetta alla speculazione aumentata con l’attacco russo all’Ucraina e le dispute sulle forniture all’Europa. Per questo paesi europei come Spagna, Portogallo, Italia e Grecia, dove il prezzo dell’elettricità è cresciuto di più, stanno chiedendo di riformare il mercato energetico per ‘disaccoppiare’ il prezzo del gas da quello dell’energia in generale, e vendere quella prodotta da fonti rinnovabili a prezzi più equi.
Ma perché dovremmo prestare attenzione al disaccoppiamento? Innanzitutto, dal punto di vista economico, la soluzione sembra offrire un maggiore grado di flessibilità nella gestione dei costi energetici. Le imprese e i consumatori possono prendere decisioni più consapevoli, scegliendo le fonti energetiche più convenienti e adattabili alle loro esigenze. Ad esempio, se il prezzo del gas naturale aumentasse, le imprese potrebbero optare per una maggiore dipendenza dall’elettricità, proveniente magari da fonti rinnovabili, riducendo così anche il proprio impatto ambientale.
Ed è proprio qui che entrano in gioco gli aspetti più utili per una transizione ecologica, a cui sempre più si sta guardando. Il disaccoppiamento del costo del gas da quello dell’elettricità offre la possibilità di promuovere un uso più sostenibile dell’energia. Mentre il gas naturale può essere considerato una fonte di energia relativamente pulita rispetto ai combustibili fossili tradizionali, l’energia elettrica proveniente anche da fonti rinnovabili è completamente priva di emissioni di CO2 durante la fase di utilizzo. Pertanto, separare i costi significa consentire una maggiore adozione di energia elettrica verde, riducendo l’impatto ambientale complessivo del nostro sistema energetico.
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