In vista delle elezioni europee di giugno, Confindustria chiede un confronto ai candidati. C’è “urgenza di politica industriale, ma sembra che il ceto politico non lo abbia ben chiaro“, avverte Carlo Bonomi ricordando che “la sfida di competitività lanciata da Cina e Usa impone di non perdere tempo“.
L’associazione degli industriali stila un documento e lancia le sue proposte per il futuro del Vecchio Continente, parlando della necessità di un ‘Rinascimento industriale’. Il momento è delicato, avverte il presidente di Confindustria, che ai media chiede: “Non permettiamo che questo importante passaggio democratico, davvero delicato, diventi una grande arma di distrazione di massa della politica”. La domanda è di tenere alto il dibattito sui temi europei e di “spiegare i contenuti di quello che siamo chiamati a fare in questo passaggio democratico, la sensazione è che i temi europei siano poco conosciuti”, osserva.
Il Parlamento europeo, ricorda Bonomi, “si appresta a prendere decisioni vitali per l’Unione”. E’ importante quindi che “si riappropri del proprio ruolo politico che a volte è stato sottratto dall’ingerenza della Commissione“, denuncia l’industriale. L’esempio è quello della Fit for 55: “Se guardiamo agli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti, Confindustria ha stimato che solo l’Italia ha bisogno di 1.120 miliardi di investimenti. L’unico strumento di finanza pubblica straordinaria che abbiamo è il Pnrr, che a seconda di come si voglia classificare su questi temi mette 65-70 miliardi, significa che famiglie e imprese dovranno investire oltre mille miliardi e questo, è chiaro, non è possibile“, afferma.
Nei mesi scorsi è stato consultato tutto il Sistema, sia a livello territoriale che settoriale, per contribuire alla definizione di un quadro organico di proposte per rendere l’Europa più competitiva.
Il documento si chiama ‘Fabbrica Europa’ ed è il risultato di questa consultazione capillare. Una serie di raccomandazioni per rimettere l’industria al centro dell’agenda europea, costruendo una politica industriale più forte, basata sulle tre declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e supportata da un “adeguato livello di investimenti”.
Prima delle elezioni europee il sistema di Confindustria organizzerà una serie di incontri, in tutte le circoscrizioni elettorali europee, per un confronto diretto con i candidati sui contenuti del documento. Sull’ambiente, la raccomandazione è di affiancare al Green Deal una politica industriale europea per restare al passo nella corsa globale alle tecnologie del futuro. “È importante adottare un approccio di neutralità tecnologica, e istituire fondi europei che supportino e integrino gli investimenti nelle varie tecnologie e fonti energetiche“, si legge.
Quanto alle politiche energetiche, si chiede di completare l’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, creare un mercato unico del gas e sviluppare una strategia europea per l’energia nucleare. Il mercato elettrico, sottolinea Confindustria, dovrà “tendere ad una efficace integrazione delle fonti rinnovabili, disaccoppiandole dai mercati di breve termine e dal gas“. Parallelamente, per regolarizzare gli scambi crossborder di gas e tendere ad un sistema tariffario europeo armonizzato, è importante favorire la creazione di un mercato unico del gas naturale e di quelli rinnovabili. L’Europa dovrebbe inoltre “dotarsi di una strategia condivisa sul nucleare e dare agli Stati membri chiari indirizzi per la realizzazione di impianti innovativi, che possano in concreto contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione“, precisa ‘Fabbrica Europa’. Il nucleare sta riconquistando un ruolo importante e strategico nel mix energetico del futuro, con Paesi Ue ed extra-Ue che continueranno ad affidarsi a questa fonte energetica. Questa tecnologia, analizza Confindustria, può contribuire alla decarbonizzazione dell’economia Ue, affiancando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che ha bisogno anche di impianti programmabili ad emissioni zero accanto ai sistemi di accumulo. Nuove prospettive, sottolinea il documento, “potranno anche derivare dal nucleare di piccola taglia e, in futuro, dalla tecnologia della fusione“.
Riformare le regole ETS (Emission Trading Scheme) e rafforzare il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è un altro punto focale, assieme alla raccomandazione di promuovere l’economia circolare e la simbiosi industriale nei modelli di business. “Andrà definito e armonizzato un quadro regolatorio chiaro e completo che possa stimolare innovazioni per l’uso efficiente delle risorse produttive“.
Fondamentale è anche regolamentare l’intelligenza artificiale per rendere l’Ue il continente ideale dove investire in questa tecnologia: “L’applicazione dell’Artificial Intelligence Act e la futura legislazione in materia dovranno trovare una sintesi efficace tra gli interessi dei diversi settori economici per rendere l’Europa un importante attore nello sviluppo tecnologico e delle applicazioni legate all’IA“.
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