Giustini (EcoEridania): Combustibile da rifiuti sanitari è un’opportunità per Italia

EcoEridania è l’azienda leader a livello europeo (e seconda al mondo) nei servizi ambientali per rifiuti di origine sanitaria e tra i principali player nei rifiuti industriali. Si occupa di tutte le attività della catena del valore, dalla raccolta al trasporto e smaltimento, garantendo una copertura a 360 gradi sui differenti servizi e tipologie di rifiuti speciali. Il gruppo conta ben 19 società controllate e 34 filiali in Italia, 15 impianti di stoccaggio, 5 termovalorizzatori, 2 impianti di sterilizzazione, 11 siti di trattamento e un depuratore, grazie ai quali garantisce la presenza e la continuità di smaltimento. L’azienda gestisce una flotta di oltre 1300 di mezzi, dando lavoro a più di 1.700 persone. A livello finanziario, EcoEridania è passata da 12 a oltre 450 milioni di euro tra il 2010 e il 2023 e la previsione è di superare il miliardo di ricavi con ebitda al 25%. La scalata è stata guidata da Andrea Giustini, presidente della società, con un sogno: portare il suo eco-sistema in Borsa.

Presidente, cosa generate dai rifiuti sanitari?
Distinguiamo… all’interno degli ospedali ci sono tanti rifiuti – civili, particolari, radioattivi che hanno un canale tutto loro – e poi ci sono i rifiuti a rischio infettivo, uno dei nostri business. Attraverso la termovalorizzazione, con linee dedicate in un sistema di sterilizzazione, siamo in grado di eliminare il potenziale rischio infettivo, trasformandolo in rifiuto speciale non pericoloso e poi in un buon combustibile, il cosiddetto Css – Combustibile speciale secondario – che vanta un ottimo potere calorico, derivante da carta e plastica, un prodotto pulito.

Dove viene usato questo combustibile?
Ci sono purtroppo ancora pregiudizi per la sua origine o per l’aspetto visivo. La presenza di cloro viene tuttavia eliminata con impianti e lettori ottici, così alla fine quello che esce può essere usato nel mondo dei cementifici e laterizi, anzi stanno già iniziando a usarlo.

Potrebbe essere utilizzato anche in altri settori energivori?
L’obiettivo è quello, anche perché non smaltiamo solo rifiuti sanitari. Da quelli industriali, soprattutto plastiche, generiamo un combustibile ripulito grazie ai nostri diversi termovalorizzatori. La diversificazione si è resa necessaria vista la difficoltà a realizzare nuovi impianti… più semplice ottenere licenze per impianti di sterilizzazione. Abbiamo installate circa 70mila tonnellate di capacità attraverso la sterilizzazione e puntiamo a 100mila. Per fare un paragone: la produzione italiana di rifiuti sanitari è di 150-170 mila tonnellate pre e post Covid.

Lei parlava di cementifici che usano questo combustibile pulito. Altrimenti cosa utilizzerebbero?
Usano pet coke, un prodotto fossile con un potere calorico di 20-24mila kj. Il nostro supera questa soglia ed è pure pulito. Ripeto, il sogno è allargare la fornitura a tutti i settori cosiddetti ‘hard to abate’, prodotto e quantità ci sono… siamo leader anche nello smaltimento e trasformazione in combustibili degli pneumatici.

Rifiuti sanitari, platica, gomma… quanto esportate?
Facciamo girare 80 navi per l’Europa… il 70% del nostro prodotto va all’estero.

E in Italia?
Il famoso Css in Italia fa fatica a essere commercializzato e pensare che, esempio, gli ospedali potrebbero avere ulteriore introiti dalla commercializzazione dei rifiuti sanitari.. oggi invece noi paghiamo per smaltire.

Potenzialmente il vostro mercato ha benefici economici e ambientali. Come mai fatica a decollare in Italia?
Non ci manca la capacità, manca il consenso…Se vado con un mio prodotto in un cementifico lombardo domani, il giorno dopo scattano le proteste per una paura che non dovrebbe esserci ma c’è. Noi invece possiamo essere elemento di promozione per una nuova cultura. Servono impianti nuovi per smaltire.

Difficile lavorare nel nostro Paese?
E’ difficile fare cose nuove in Italia. Siamo un aggregatore e semplificatore di processi. La nostra azienda è cresciuta in 10 anni come in 4 generazioni grazie a lungimiranza e visione. Abbiamo acquistato realtà già esistenti con buoni progetti che hanno venduto con la promessa di accelerare quei processi, con idee e autorizzazioni a effettuare nuovi impianti.

Avete fatto investimenti per 700 milioni, continuerete?
Stiamo portando avanti due diligence con altri soggetti e stiamo progettando shopping all’estero… sogno di realizzare impianti in Europa e anche una quotazione.

Quanto sono stati soddisfatti i soci finanziari che vi hanno accompagnato in questi anni?
Diciamo che hanno portato a casa tre volte l’investito. Siamo una bella storia finanziaria con la finanza al servizio dell’impresa. Non ho mai venduto un’azione, mi sono sempre diluito per far crescere l’azienda.

Qual è il potenziale del suo settore in Italia?
C’è tantissimo prodotto riutilizzabile che finisce in discarica. Ok il 10% è irrecuperabile, ma il restate 90% può essere molto redditizio. Serve un cambio di cultura.

Elena Fois

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