Le bollette del gas dovrebbero scendere da novembre per famiglie e piccole imprese. Se non farà molto freddo durante l’inverno, gli stoccaggi dovrebbero essere sufficienti per scaldare le nostre case ed evitare razionamenti industriali. Tuttavia, il prossimo inverno 2023-2024 si annuncia più impegnativo di questo perché durante l’estate mancherà gran parte del flusso russo, fondamentale per rimpinguare le scorte durante le prime settimane estive. Per cui le famiglie, soprattutto quelle che vivono fuori dai grandi centri, puntano sull’auto-riscaldamento con le stufe. Pellet, legna, cippato. Questo perché le rinnovabili legnose sono più convenienti di gas e gasolio.
Il confronto lo fa Aiel, Associazione italiana energie agroforestali. Partiamo dal pellet. Con l’aumento dei prezzi delle materie prime e la forte domanda anche il prezzo del pellet ha subito aumenti considerevoli, 10,5 euro a sacchetto da 15 kg, generando nei consumatori il dubbio sull’attuale convenienza del combustibile rispetto alle alternative fossili. Il confronto con i combustibili fossili – basandosi sui dati di settembre – è sul singolo MWh, che per il pellet corrisponde a 208 kg in classe ENplus A1 (circa 14 sacchi da 15 kg). Ipotizzando dunque un appartamento con caratteristiche medie in Italia, il costo annuale di energia per riscaldarlo (produrre 10 MWh) si aggira per il pellet in sacchetti in classe ENplus A1 intorno agli 1460 euro, garantendo un risparmio del 36% rispetto al gas naturale e del 19% rispetto al gasolio da riscaldamento. Facendo un esempio pratico – sottolinea Aiel -, per avere lo stesso costo energetico del metano attualmente il pellet dovrebbe costare 16,5 euro al sacco, mentre per arrivare al costo energetico del gasolio il consumatore dovrebbe pagare un sacco 13 euro.
Dal pellet alla legna. Il confronto sul prezzo dell’energia primaria in MWh – riferito a settembre – per la legna da ardere corrisponde a 270 kg di legna secca. Considerando allora il solito appartamento con caratteristiche medie in Italia, il costo annuale per riscaldarlo (produrre 10 MWh) si può stimare per la legna da ardere in circa 720 euro, garantendo un risparmio del 69% rispetto al gas naturale e del 60% rispetto al gasolio da riscaldamento.
Infine, arriviamo al cippato, che si ottiene riducendo il legno in minuscole scaglie. Il confronto su MWh per il cippato corrisponde a 270 kg in classe A1 o 448 kg di cippato in classe B1. Per cui il costo energetico per riscaldare annualmente la solita bifamiliare con caratteristiche medie in Italia, ovvero produrre 20 MWh, si aggira per il cippato in classe A1 intorno ai 770 euro, garantendo un risparmio del 83% rispetto al gas naturale e del 79% rispetto al gasolio da riscaldamento.
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