La transizione ecologica ci conviene: questa è la realtà. Ed è necessario rovesciare la narrazione attuale, in cui quasi ci si scusa di DOVER intraprendere questa via. Si dipinge quello verso la sostenibilità come un cammino doloroso, come se in alternativa ci fosse la possibilità di continuare con le stesse dinamiche produttive mantenendo la stessa qualità della vita, senza costi e senza sacrifici. È falso. Anzi, è l’esatto contrario.
Certo, quello verso la transizione ecologica e la battaglia per attenuare e limitare il cambiamento climatico sarà un cammino articolato, che punirà quelle realtà che hanno preferito speculare in questi anni invece di investire sulla sostenibilità. Ma è anche un cammino fatto di enormi opportunità, anche economiche, anche per quello che riguarda la creazione di posti di lavoro. Non saranno gli stessi, certo. Ma saranno posti di lavoro. E probabilmente di qualità migliore.
L’invasione russa ha reso anche evidente come l’approvvigionamento energetico da rinnovabili, sostenibile, con risorse diffuse e non concentrate, indipendente dalle risorse fossili sia anche una questione di sicurezza.
E la transizione ecologica ci conviene perché i danni causati dal cambiamento climatico – già evidenti e crescenti, di anno in anno – hanno costi in vite umane, in salute e in denaro mostruosi e crescenti, che nessuno di questi tristi cantori mette mai nel conto. India e Pakistan (un miliardo e mezzo di persone, complessivamente) nel mese di aprile hanno già vissuto temperature intorno ai 50 gradi e siccità da record. Da noi, la situazione invernale è stata ugualmente preoccupante. Tutto questo ha conseguenze in vite, salute, sicurezza e denaro. Conseguenze crescenti, se non agiamo immediatamente. Altro che costi della sostenibilità.
Esiste un incredibile, sfacciato, scandaloso, continuo tentativo di edulcorare, attenuare gli obiettivi della transizione ecologica e delle politiche volte a perseguire la sostenibilità, a livello locale e globale. Incredibile perché contrario a ogni evidenza scientifica; sfacciato perché vanta gli errori del passato per continuare a non fare nulla (‘Non siamo pronti’, come se non avere agito quando era ora possa essere una giustificazione); scandaloso perché sfrutta i timori dei più deboli, che sono anche i primi ad essere colpiti dalle conseguenze di cambiamenti climatici e inquinamenti, per perseguire i proprio interessi particolari spacciandoli per interessi comuni; continuo perché è l’erede del negazionismo che fino a pochi anni fa trovava ampio spazio e oggi si nasconde in forme di comunicazione più subdole.
Il futuro sarà colorato solo se sostenibile, altrimenti sarà un futuro nero.
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