Carta
LUCART

Michele
Noera
Sustainability and Energy Transition Manager
Che dimensioni ha raggiunto oggi Lucart?
Ad oggi l’azienda è punto di riferimento in Italia per il settore consumer e seconda a livello europeo nel settore delle carte igieniche professionali, con stabilimenti in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e Ungheria. Produciamo oltre 395mila tonnellate di carta ogni anno, raggiungendo più di 70 Paesi nel mondo.
L’industria cartaria è un settore cruciale per quanto riguarda il processo di decarbonizzazione. Che strategie avete sviluppato?
Negli anni abbiamo sempre più aumentato la percentuale del macero come elemento strategico di sviluppo sostenibile. Ad oggi il 55% della materia prima in ingresso viene dal macero, cioè da carta riciclata e contiamo di raggiungere il 60% entro il 2024. Se ragioniamo in termini di impronta carbonica lungo tutta la catena del valore, il macero porta con sé un’eredità emissiva nulla rispetto alle emissioni derivanti dalla cellulosa vergine. Questo comporta un miglioramento sensibile in termini di impronta carbonica sull’intera filiera.
Per i vostri processi produttivi riuscite anche a recuperare la cellulosa dal Tetra Pak. Come avviene questo processo?
Siamo una delle due cartiere in Italia che riesce a riciclare i cartoni per bevande tipo Tetra Pak, grazie a un brevetto del 2010. L’obbiettivo è stato quello di rendere appetibile il riciclo del Tetra Pak da un punto di vista economico. Consideriamo che il 26% del Tetra Pak è costituito da parte non fibrosa, e quindi da scartare. Il nostro lavoro è consistito proprio nel prendere quel 26% e recuperarlo, ovviamente non in prodotti in carta ma in plastica equivalente. Oggi riusciamo a recuperare interamente la parte di cellulosa contenuta nel Tetra Pak, inviandola al processo di produzione della carta, ma valorizziamo anche il sottoprodotto derivante dal recupero della cellulosa, che ha una matrice mista tra alluminio e polietilene (plastica), facendone granuli di plastica.
Una volta riciclate, in quali prodotti si trasformano le componenti in cellulosa e in plastica?
La cellulosa e la plastica ottenuta dal riciclo del Tetra Pak vengono utilizzate per la produzione delle linee di prodotti riconoscibili con il marchio EcoNatural. La carta, che ha un caratteristico colore avana, l’abbiamo chiamata Fiberpack e viene utilizzata per produrre carte igieniche e fazzoletti. Con i granuli di plastica in Al.Pe (la materia prima che deriva invece dal riciclo dell'alluminio e del polietilene) realizziamo dispenser per prodotti igienici. Sempre con questo materiale, grazie a joint venture con altre aziende, produciamo pallet per la movimentazione delle nostre stesse merci. Chiudendo così il cerchio. Negli anni ’90 siamo stati i primi a portare la carta riciclata con imballaggio in Mater-Bi certificata Ecolabel, in questo caso l’evoluzione è stata quella di ottenere un prodotto derivante da cellulosa riciclata dai cartoni per bevande, con un imballaggio in carta certificato FSC con la Carbon Neutrality.
Questi investimenti hanno migliorato la competitività dell’azienda?
Ogni investimento che migliora le efficienze produttive è anche un investimento che ha un ritorno economico almeno nel medio lungo periodo. Vale ad esempio per i consumi elettrici, per i consumi idrici e per il riutilizzo degli scarti di processo.
Linee di prodotto come EcoNatural hanno avuto una risposta positiva sul mercato?
Abbiamo praticamente inventato il settore delle carte igieniche ecologiche nel mercato domestico, e siamo i leader riconosciuti nel mercato professionale per i consumi fuori casa. Questo è dovuto anche al posizionamento ottenuto grazie ai prodotti ecologici che ci ha permesso di differenziarci dalla concorrenza e di essere percepiti come azienda tanto innovativa quanto virtuosa, un partner affidabile per ridurre l’impronta ambientale anche degli utilizzatori finali dei nostri prodotti.
La vostra è indubbiamente una filiera energivora, che necessita di energia elettrica, acqua, vapore e gas naturale…
Riusciamo ad autoprodurre una consistente parte dell’energia elettrica consumata attraverso impianti di cogenerazione alimentati a gas metano. Questo ci consente di ridurre del 10/15% il risparmio sulla fonte energetica primaria. Attualmente stiamo sondando il mercato del biometano e dell’idrogeno per sostituire quello fossile. Al tempo stesso acquistiamo dalla rete energia green e abbiamo realizzato impianti fotovoltaici sugli stabilimenti produttivi. Sullo stabilimento di Diecimo, in collaborazione con Enel X, abbiamo installato un impianto fotovoltaico che produrrà più 3 GWh l’anno, che eviterà ogni anno l’emissione di circa 1.160 tonnellate di CO2. È prevista anche una nuova installazione di altri 3.800 moduli fotovoltaici, capaci di generare un totale di 4.3 GWh l’anno, equivalenti al 4% del fabbisogno annuale dello stabilimento. Dal 2023, grazie a un accordo con Plenitude, riceviamo 18 GWh l’anno prodotti da energia eolica destinati agli stabilimenti italiani. Con questo accordo il Gruppo ha ridotto del 30% le emissioni derivate dall’acquisto di energia elettrica dalla rete nazionale.
Che numeri ci restituisce l’ultimo rapporto di sostenibilità sulle performance di Lucart?
Siamo particolarmente orgogliosi di questi risultati, perché rappresentano la dimostrazione più tangibile di come un’azienda possa raggiungere ottime performance economiche e ottenere allo stesso tempo performance ambientali e sociali di altissimo livello. Abbiamo ridotto i consumi idrici specifici del 36% rispetto al 2013, abbiamo ridotto l’intensità energetica del 25% rispetto al 2014, abbiamo ridotto del 7% le emissioni specifiche scopo 1 e del 33% le emissioni specifiche scopo 2 rispetto al 2021, abbiamo portato i rifiuti avviati a recupero all’84% del totale dei rifiuti prodotti e abbiamo l’80% dei nostri imballaggi con un contenuto di materia riciclata superiore al 30%. Riconfermiamo inoltre riciclabilità e compostabilità di tutti i nostri imballaggi.