Tra i cinque obiettivi primari di Assocamerestero con la Ccie (le Camere di commercio italiane all’estero), in raccordo con Unioncamere e la rete dei 60 enti camerali in Italia, ci sono far crescere a due cifre la percentuale delle Pmi esportatrici, superare quota 100 miliardi di export agroalimentare, fare della digitalizzazione e della sostenibilità le vere leve competitive del made in Italy all’estero, incrementare i flussi del turismo di ritorno e la loro spesa, aumentare l’interesse degli investitori esteri verso l’Italia. Lo si legge su Il Sole 24 Ore che ha parlato con il presidente Marco Pozza. “Se si aggiungono i circa 80 miliardi indebiti che fa l’italian sounding, giocando sull’enorme voglia di Italia ma scontando la scarsa consapevolezza del consumatore estero che si tratti di un prodotto non autentico si potrebbe superare abbondantemente quota 100 miliardi. Una battaglia non percorribile se non con gli strumenti del marketing e della promozione nonché facendo formazione ai venditori esteri sui nostri prodotti, tutte esperienze che le nostre Camere fanno quotidianamente”, sostiene parlando di agroalimentare.
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