Mentre la Russia intensifica gli attacchi su Kiev, a Roma, nella Conferenza sulla Ripresa, nasce il Fondo Equity sulla ricostruzione, con un “contributo determinante” dell’Italia, assicura la premier Giorgia Meloni aprendo i lavori.
Intanto, dal vertice dei volenterosi sulla sicurezza, riunito alle porte di Londra, Francia e Inghilterra si dicono pronte a “coordinare” la loro deterrenza nucleare e a proteggere l’Europa da qualsiasi “minaccia estrema”.
Kiev “non è sola” ribadisce il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: “Vogliamo sostenere la vostra indipendenza ed essere protagonisti della vostra ripresa”, ricorda al leader Volodomyr Zelensky, che siede in platea alla Nuvola di Fuksas accanto alla first lady Olena.
La Russia, denuncia Meloni, incrementa gli attacchi contro i civili, colpisce le infrastrutture indispensabili per la popolazione, perché “il disegno è lo stesso dall’inizio della guerra”, scandisce: “Tentare di piegare gli ucraini con il buio, con il freddo, con la fame, con la paura”. Ma, rivendica la premier, questo piano, come altri, è fallito perché “tutti hanno imparato quanto gli ucraini siano molto più tenaci di ogni aspettativa ed è fallito perché la comunità internazionale si è schierata contro questo scempio assicurando l’assistenza urgente e necessaria per garantire la continuità dei servizi essenziali”.
L’obiettivo della conferenza è innanzi tutto raccogliere fondi per la ricostruzione, perché serviranno secondo la Banca Mondiale almeno 500 miliardi. L’appuntamento offre l’opportunità di sottoscrivere numerose intese. Uno degli ambiti principali su cui i leader concentrano l’attenzione riguarda la creazione di nuovi meccanismi finanziari che possano accompagnare il lavoro delle aziende, fare da moltiplicatore. “Sono per questo felice di annunciare il contributo determinante dell’Italia alla nascita di un nuovo fondo Equity a livello europeo”, dice Meloni. Il messaggio agli imprenditori è quello di non avere paura di investire, di costruire, di ricostruire in Ucraina, perché investire sulla ricostruzione dell’Ucraina “non è un azzardo, è invece un investimento in una nazione che ha dimostrato più resilienza di qualsiasi altra, ma è anche un investimento sulla pace, sulla crescita economica dell’Europa intera, sulla sicurezza dei nostri cittadini”, afferma.
Per ripartire, Zelensky chiede un piano Marshall, “che ha trasformato e ha ricostruito l’Europa tempo fa”: “E’ per questo – ricorda – che l’Europa ha seguito decenni di pace e anche di crescita economica”. Quindi, aggiunge, “in questo momento noi abbiamo l’opportunità unica davanti a noi di poter lanciare una nuova serie di passi davanti, di progresso, di avanzamento. Cerchiamo di fare tutto questo insieme”.
“L’Europa è stata ed è il maggiore donatore dell’Ucraina, con quasi 165 miliardi di euro di sostegno”, commenta la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Come parte di questo sostegno, annuncia un pagamento di 1 miliardo di euro in sostegno macrofinanziario, oltre a un pagamento di oltre 3 miliardi di euro dal Fondo per l’Ucraina. Le garanzie che si stanno firmando, spiegam “sbloccheranno oltre 10 miliardi di euro di investimenti per la crescita, la ripresa e la ricostruzione. E ci assicureremo che l’Ucraina sia sostenuta fino al 2028 e oltre, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio europeo”.