European Commission President Ursula von der Leyen addresses the opening session on the first day of the Ukraine Recovery Conference in London on June 21, 2023. Leaders and representatives from more than 60 countries are in London for a two-day conference to secure funding to help Ukraine recover from the ravages of war. (Photo by HENRY NICHOLLS / POOL / AFP)
La ricostruzione dell’Ucraina ci sarà. E sarà verde. Alla Conferenza internazionale sulla ripresa dell’Ucraina a Londra è stato messo in chiaro da tutti i maggiori leader europei che, quando la guerra finirà, non sarà tutto come prima. “I cittadini ucraini non vogliono solo ricostruire quello che c’era, ma hanno idee per rimodellare il proprio Paese, stanno immaginando di nuovo il proprio futuro con l’energia pulita”, ha sostenuto con forza la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Un messaggio lanciato in apertura della Conferenza anche dall’ospite della Conferenza e primo ministro del Regno Unito, Rishi Sunak: “Prima della guerra l’Ucraina stava diventando una grande opportunità d’investimento. Era il paniere d’Europa, che esportava milioni di tonnellate di cibo e grano ogni mese. Una leader nell’energia, che spingeva sulle rinnovabili, l’idrogeno e i veicoli elettrici e una nazione di start-up”. Questa opportunità “è ancora presente, la guerra ha solo dimostrato quanto l’Ucraina ha da offrire”, e l’esempio più lampante arriva proprio dall’energia: “Durante l’inverno la Russia ha provato a distruggere la rete elettrica dell’Ucraina, a febbraio più del 40% dei generatori non funzionavano”, ma oggi Kiev “ha la rete di nuovo funzionante ed è tornata a essere in grado di nuovo di esportare elettricità in Europa”.
Su questa base di forza è lo stesso presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, a tratteggiare durante il suo videocollegamento alla Conferenza il futuro post-bellico del Paese: “Nel settore energetico credo che non ci sia alternativa alla trasformazione verde dell’economia, l’aggressione russa ha dimostrato che la transizione verde è una delle chiavi per la nostra sicurezza”. Un messaggio netto, che posiziona Kiev tra i possibili futuri leader del mercato europeo libero dalla dipendenza dalle fonti fossili del Cremlino: “Solo l’energia verde può garantire la stabilità energetica” e l’Ucraina “può essere e sarà uno dei fornitori chiave di elettricità pulita e idrogeno verde per l’Europa, il potenziale di questa industria è di 400 miliardi di dollari”.
In questo senso l’Unione Europea è perfettamente allineata e non vuole altro dal partner. In ballo ci sono 50 miliardi di euro da Bruxelles per coprire il buco finanziario stimato a 110 miliardi di euro al 2027 per l’economia ucraina, e un piano di riforme e investimenti per avvicinare il Paese all’Unione. Non a caso a inizio 2023 il vicepresidente della Commissione Europea per il Green Deal, Frans Timmermans, ha viaggiato a Kiev per un round di incontri bilaterali con i membri del governo guidato da Denys Shmyhal, al termine dei quali ha confermato che “l’Ucraina ha tutte le carte in regola per diventare un leader nella moderna energia verde, ha un enorme potenziale di energia solare, eolica, idrogeno e biometano”. Al centro dei piani di ricostruzione, anche grazie alla mobilitazione della comunità internazionale, ci saranno lo sviluppo delle energie rinnovabili e la transizione giusta – gli stessi obiettivi del Green Deal europeo. Perché, come sottolineato dalla presidente von der Leyen, “siamo tutti responsabili di rendere possibile il sogno di un’Ucraina più pulita, più verde e più moderna, l’ultima eredità di questa atroce guerra”.
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