“L’emergenza clima ci sembra qualcosa di lontano, che non ci riguarda, che non dipende da noi. Dal punto di vista evoluzionistico, essere ancorati al “qui e ora”, al tempo presente, è stata una necessità che ci ha salvato dall’estinzione, la risposta a un ambiente ostile. Siamo abituati a guardare a quello che c’è fuori dalla nostra comunità come qualcosa di minaccioso. Ma oggi l’unica possibilità di vittoria individuale è insieme con gli altri”. Lo dice Alex Bellini, esploratore e scrittore, reduce dalla Cop27. In una intervista a la Stampa aggiunge: “Siamo bravi a prenderci cura di quello che è nostro, ma restiamo impassibili di fronte al degrado dell’ambiente esterno. Dobbiamo sviluppare un sentimento nuovo, di appartenenza: se i fiumi, i mari, gli alberi, non li sento anche un po’ miei, non li proteggerò. Il primo passo è educare i bambini all’ecologia integrale: dobbiamo vederci dentro la natura. Non possiamo separare la sagoma di un uomo da quello che la circonda”.
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