«L’esperienza con il Covid-19 ha dimostrato quanto la scienza sia stata la linea di difesa che ci ha permesso di resistere alla pandemia. L’intelligenza artificiale rappresenta un’arma nuova nell’arsenale che usiamo per combattere le grandi sfide che ci aspettano: cambiamento del clima, disastri naturali, identificare i segnali precoci di instabilità economica, aiutare lo sviluppo della medicina personalizzata”. Lo dice Alessandro Vespignani, il fisico che guida la Fondazione ISI, il centro di ricerca internazionale nel campo dei Sistemi Complessi e dei Dati fondato quarant’anni fa a Torino da Tullio Regge e Mario RasettI. Nell’intervista a La Stampa aggiunge: “In tutti questi campi, dati e Ia possono generare innovazione di grande impatto sociale. Fondazione ISI, ad esempio, si posiziona in questo contesto come un centro di “action research” per esplorare il potenziale di dati e modelli predittivi in ambito di salute pubblica, risposta umanitaria e impatto sociale. Più che concentrarci sulle discussioni astratte sull’intelligenza delle macchine, dovremmo valutare come l’Ia può effettivamente contribuire a migliorare il mondo”.
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