“Anfia in primo luogo e Federmeccanica a supporto stanno seguendo passo passo i contatti diplomatici e industriali tra Cina e Italia. E stiamo anche affinando le nostre proposte. Tra la missione di inizio luglio del ministro Urso e l’incontro a fine mese che il premier Giorgia Meloni avrà con le massime autorità cinesi a Pechino contiamo che maturi qualcosa di veramente significativo”. Così Federico Visentin, presidente di Federmeccanica. In una intervista a Corriere Economia poi aggiunge in riferimento alle politiche dell’Unione: “Nelle grandi scelte di fondo non cambierà nulla ma penso che l’asticella sarà rivista, è inevitabile. Del resto i limiti di questo percorso sono davanti agli occhi di tutti. I ritardi nell’approntare le infrastrutture di ricarica, i costi finali delle vetture che richiedono sempre l’emissione di bonus, l’atteggiamento scettico dei consumatori. Se vogliamo avere il 100% di full electric e utilitarie che costino poco qualche mossa dobbiamo pur farla. Magari partendo da un atteggiamento di maggiore umiltà. Spero che i politici abbiano almeno ascoltato nella recente campagna elettorale tutte le lamentele arrivate da ogni parte”. E ancora: “I cinesi sono tecnologicamente superiori agli europei nell’auto elettrica. Sono almeno otto anni che ci lavorano e hanno guadagnato posizioni. La Renault sta partendo ora in Normandia a produrre la sua prima generazione di batterie, ma il player cinese più importante del settore, la Catl, ormai è alla quinta generazione. Oltre al know how industriale i cinesi hanno l’accesso ai principali fattori di costo, ad esempio nella raffinazione dei materiali rari hanno in opera processi di raffinazione altamente inquinanti che non sono replicabili in Europa per le norme più rigide che ci siamo dati. E tutto ciò cambia profondamente il quadro dei rapporti con la Cina”.
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