Giovedì l’Egitto ha annunciato una serie di misure, tra cui tagli programmati all’elettricità, per far fronte all’aumento del consumo energetico causato dall’intensa ondata di caldo che sta investendo il Paese. Le interruzioni di corrente programmate dovrebbero durare una o due ore al giorno al massimo. Si prevede che continueranno fino alla fine dell’attuale ondata di caldo, che questa settimana ha visto le temperature superare i 45 gradi Il governo ha iniziato ad attuare i tagli la scorsa settimana, invitando i residenti a non utilizzare gli ascensori in determinate ore del giorno. Questa misura ha scatenato un’ondata di malcontento sui social network, con molti che si sono lamentati del fatto che i tagli, spesso nelle ore più calde della giornata, duravano più di due ore e avvenivano al di fuori delle fasce orarie previste.
L’economia egiziana è minata da un’inflazione galoppante e da ripetuti deprezzamenti della valuta, che hanno colpito il potere d’acquisto e la capacità di importare beni essenziali. Una crisi energetica simile durante la presidenza dell’islamista Mohamed Morsi nel 2013 ha scatenato rabbia e proteste diffuse prima che venisse deposto dall’esercito. Nel 2015, le autorità egiziane avevano stretto un accordo con la tedesca Siemens per la costruzione di tre grandi centrali elettriche, con investimenti stimati in sei miliardi di euro con l’obiettivo di raddoppiare la produzione di elettricità del Paese. Da allora, l’Egitto ha dovuto affrontare l’esaurimento delle riserve valutarie e l’aumento del debito, aggravato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
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