Dopo la bozza sulla finanza climatica di ieri, che ha scontentato tutti, questa mattina la presidenza della Cop29 di Baku, in Azerbaigian, pubblica un nuovo documento intorno alle 12 (le 9 in Italia).
Nella bozza di ieri non c’era una proposta di compromesso tra le richieste dei Paesi in via di sviluppo e quelle dei Paesi sviluppati. I negoziatori hanno lavorato fino a tarda notte. Un punto di caduta potrebbe essere un accordo intermedio su mille miliardi per la finanza climatica, conteggiando tutto, non solo il denaro pubblico dei Paesi ricchi. Il think tank Italian Climate Network prevede che si vada verso un obiettivo 2025-2035 progressivo, che parta nel primo anno dai 200 o 300 miliardi ipotizzati dall’Unione Europea per arrivare entro il 2035 ai 1.300 miliardi chiesti da Cina e G77, incoraggiando i Paesi a raggiungere in anticipo l’obiettivo “entro questo decennio”, stesso linguaggio del transition away di Dubai. Fonti diplomatiche confermano a GEA che l’ipotesi è concreta.
Secondo gli analisti di Icn, inoltre, a Cop29 non verrà prodotta una cover decision, la decisione finale che spesso sintetizza, in un unico documento, gli aspetti principali delle intese raggiunte. “Questa notizia è un’ulteriore fonte di preoccupazione – commentano -, perché c’è il rischio di veder sparire il riferimento all’allontanamento dai combustibili fossili, importante conquista che a Cop28 era stata raggiunta proprio attraverso la decisione finale”.
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