“C’era un’epoca in cui per le élite economiche la priorità era togliere la politica di mezzo”, mentre “ora qui a Davos si vede che tutto è cambiato: la politica è tornata a sedersi al volante, ed è sempre più la geopolitica a determinare le prospettive economiche e delle aziende. In questo mondo l’Europa rischia la marginalità”. Così Mark Leonard, direttore dello European Council on Foreign Relations, uno dei principali think tank europei. In una intervista a la Repubblica spiega: “L’Europa ha risposto meglio del previsto a crisi come la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. Il problema è che le crisi si sommano e ne espongono le vulnerabilità: siamo consumatori di energia, siamo dipendenti dalla protezione militare americana, non siamo protagonisti della tecnologia chiave del futuro, l’Intelligenza artificiale. L’Europa è nella situazione più fragile dalla fine della Guerra Fredda, rischia la marginalità se non sarà capace di rilanciare un progetto di sicurezza e benessere”.
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