“Se la vicenda dei dazi non fosse terribilmente seria, susciterebbe ilarità”. Lo dice Pier Ferdinando Casini, senatore indipendente eletto nelle liste del Pd. “I giornali sono pieni di interviste a esponenti di categoria che si producono in giochi acrobatici pur di non attaccare Trump. Chi li leggesse senza conoscere la situazione, penserebbe che la guerra commerciale la vuole fare Von der Leyen mentre il presidente americano passa di lì per caso”, aggiunge in una intervista a La Stampa. “Incredibile è la pavidità delle categorie produttive, le stesse che qualche anno fa erano contrarie ad ampliare i nostri mercati estendendo gli accordi commerciali a Canada e Mercosur”. Pavidità, secondo Casini che nasce da una presa di poszione: “Presumibilmente per non urtare il governo. Dove c’è persino chi sostiene si dovrebbe procedere a trattative separate dall’Europa”. E ancora: “Le trattative non si giudicano sulla base del morbido o duro, ma sull’efficacia o meno. E il risultato si vede il giorno dopo la sua conclusione. Che l’Europa non faccia sfoggio di muscoli è giusto, ma il punto di caduta deve essere chiaro”. Nello specifico, “o i dazi di Trump non superano il 10 per cento, che è già un’enormità, oppure bisogna mettere contromisure sul tappeto. Se si pensa di disinnescare il presidente americano adulandolo, non si è capito nulla di un uomo che propone una visione completamente alterata della realtà, e comunque basata solo sui soldi”.
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