“Per dieci anni, gli Usa hanno chiesto all’Europa il burden sharing, il contribuire di più alla Nato. Si chiedeva di più perché il confronto si stava spostando dall’Atlantico al Pacifico”. Così Giulio Tremonti, presidente della commissione Esteri della Camera, già vicepremier e ministro all’Economia. In una intervista a il Corriere della Sera spiega: “La novità è la guerra in Ucraina. La guerra in Europa. E così torna in scena anche Maastricht. Il Trattato intitolato di ‘stabilità e crescita’ che per decenni è stato letto ‘stabilità senza crescita’. Ora lo scenario è diverso: occorre combinare una maggior spesa con una diversa forma di stabilità, o serietà, di bilancio. Non più solo economica. Il sistema di Bruxelles si basa sui conti aritmetici basati sui dati Eurostat. Il sistema dell’Aia si basa sul controllo delle grandi voci, con un’analisi non millimetrica ma basata sui capability target, la verifica della possibilità concreta di mantenere gli impegni”. Nello specifico, “ogni anno si dovrà verificare quanto serve, che gli investimenti siano effettivi ed efficaci sul piano industrial-militare. Dagli anni 50, quando ha preso forma la Nato, tutto è cambiato: la Germania allora non poteva armarsi, la difesa era tutta americana. Ora, si apre la grande questione sugli armamenti in Europa e per tutti gli Stati europei”.
Per Tremonti la soluzione sono gli Eurobond: “La questione fu posta nel 2003 nel semestre di presidenza italiano, con la proposta di Eurobond per le infrastrutture e la difesa europei. Ma già nel 1971 Jean Monnet poneva il collegamento tra moneta e difesa, non puoi avere l’una senza l’altra”. Il vantaggio è che “riesci a fare la spesa militare davvero ed eviti le divisioni. Se l’Ue non si sviluppa di fronte a una questione del genere, allora è un problema: ledi l’idea stessa di Europa. Al contrario, gli Eurobond sul piano politico realizzano davvero l’idea dell’Europa. Del resto, i bond sono stati introdotti al tempo del Covid. Nel trattato europeo si legge che è competenza dell’Unione ‘superare i flagelli che varcano i nostri confini’. In questo caso, il flagello è la guerra”.
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