“Il quadro prospettato nel Dpfp prevede una manovra per il triennio 2026-2028 pari a circa lo 0,7% del Pil in media annua. Essa ammonterebbe a circa 16 miliardi di euro nel 2026 e sarebbe finanziata sostanzialmente in pareggio di bilancio (in disavanzo per circa 1 miliardo), con circa il 60 per cento delle risorse provenienti da interventi sulla spesa e il resto da misure dal lato delle entrate, ma senza di fatto incidere sul Pil”. Lo segnala Stefano Menghinello, direttore del Dipartimento per le statistiche economiche, ambientali e conti nazionali di Istat nel corso dell’audizione sul Dpfp alla quinta commissione (Programmazione economica, bilancio) del Senato e alla quinta commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera. “Negli anni successivi il governo programma di utilizzare le risorse disponibili conciliando la traiettoria della spesa netta con gli obiettivi previsti. Nell’ultimo biennio la manovra avrebbe un effetto espansivo sul Pil di un decimo di punto in entrambi gli anni”, spiega Menghinello.
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