“Il Cremlino ha stabilito che il pagamento delle forniture di gas naturale debba avvenire in rubli. Va comunque tenuto in considerazione che la Russia ha bisogno di continuare a vendere il suo gas all’Europa, non essendo praticabili a breve termine e convenienti i mercati asiatici. Tale decisione, oltre agli effetti di natura finanziaria sulla valuta della Federazione, potrebbe determinare l’impossibilità di effettuare i pagamenti delle forniture da parte dei Paesi europei. I Servizi per gli affari legali della Commissione europea e del Consiglio europeo hanno infatti stabilito che tale modalità di pagamento si configura in conflitto con le misure sanzionatorie già in essere. Inoltre, la modalità di pagamento prevista dalla Federazione Russa sarebbe tale da consentire al Paese esportatore di modificare il reale costo della materia prima, potendo la Banca centrale russa in ogni momento stabilire il tasso di cambio tra Euro e Rublo. In tali condizioni risulta non praticabile sia il pagamento nella valuta russa delle forniture già contrattualizzate sia la stipula di nuovi contratti di fornitura”. E’ quanto si legge nella Relazione del Copasir al Parlamento sulle ‘Conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica’, votata questa mattina.
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