“La Turchia, in una prospettiva temporale non distante, può divenire un grande hub per il gas nel bacino del Mediterraneo, accrescendo la propria influenza come alternativa al gas russo per molti Paesi europei. Questo scenario concerne quei gasdotti che potrebbero convogliare gas dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian e dalle riserve del Leviatano al largo delle acque di Israele. Per entrambi questi giacimenti il gas, per transitare in Europa, deve passare attraverso la Turchia, favorita dalla posizione geografica e dalla sussistenza di infrastrutture adeguate”. E’ quanto si legge nella Relazione del Copasir al Parlamento sulle ‘Conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica’, votata questa mattina. “Oltre la rotta del gas azero appare concreta la possibilità di sfruttare anche il gas israeliano: se a questo avvicinamento con Israele si aggiunge anche quello con l’Egitto, è evidente l’ipotesi di realizzare un hub energetico tra Egitto, Turchia e Israele che coinvolge anche Cipro. Erdogan quindi potrebbe utilizzare la carta energetica per influenzare i rapporti con l’Europa. Fattore questo che va tenuto in considerazione per evitare di passare dalla dipendenza dalla Russia al condizionamento della Turchia. È necessario pertanto condividere con Ankara una politica energetica, fondata su una nuova partnership strategica non limitata all’asset energetico”, prosegue il documento.
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