A luglio i 5 maggiori importatori di combustibili fossili russi dell’Ue hanno pagato alla Russia un totale di 1,1 miliardi di euro per l’acquisto di combustibili fossili. L’Ue non sanziona il gas naturale, che rappresenta oltre il 67% di queste importazioni e il mese scorso è stato consegnato principalmente tramite gasdotto o come gas naturale liquefatto. Il resto dell’export russo verso l’Ue era costituito principalmente da petrolio greggio, che continua a fluire verso Ungheria e Slovacchia attraverso il ramo meridionale dell’oleodotto Druzhba in virtù di un’esenzione Ue. Secondo l’ultima analisi mensile del Crea, Centro di ricerca internazionale per l’Energia e l’aria pulita, l’Ungheria è stata il maggiore importatore dell’UE a luglio, acquistando 485 milioni di euro di combustibili fossili russi, tra cui petrolio greggio (200 milioni di euro) e gas tramite gasdotto (285 milioni di euro). La Francia, il secondo maggiore acquirente all’interno dell’Ue, ha importato combustibili fossili russi per un valore di 239 milioni di euro, interamente Gnl.
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