“Il sistema energetico nazionale oggi sconta ancora un gap che gli viene un po’ dal passato, che riguarda soprattutto la presenza di un mix di produzione ancora troppo dipendente dal gas, quindi dalle fonti fossili. Questo evidentemente determina un impatto sui prezzi importante e determina anche per il nostro Paese una dipendenza dalle importazioni di gas. Ricordiamoci che a seguito della guerra in Ucraina, il nostro Paese ha dovuto rivedere completamente le strategie di approvvigionamento e questo evidentemente ha determinato una corsa a recuperare gas e alle volte i prezzi evidentemente sono in crescita”. Lo dice Luigi Ferraris, ex cfo di Enel e fino a gennaio di quest’anno ad di Fibercop.
“Quindi primo elemento abbiamo un mix di produzione di energia elettrica fortemente sbilanciato Abbiamo una componente di rinnovabili importante, che pesa per il 30-40%, ma di per sé non è ancora sufficiente a risolvere il problema della riduzione o dell’ottimizzazione del costo dell’energia – continua -. Terzo e ultimo punto, riguarda il fatto che abbiamo delle regole di formazione del prezzo sul mercato all’ingrosso, che sono ancora quelle del decreto Bersani del 2020, che vedono ancora la produzione marginale ossia l’impianto meno efficiente a gas o termoelettrico fissare il prezzo per gli altri tipi di produzione. Questo evidentemente si porta dietro un elemento di maggiore costo”.
Ferraris poi conclude: “Detto questo, per poter essere competitivi e risolvere il gap che abbiamo in termini di prezzo, dobbiamo sicuramente avere una capacità di programmazione di medio lungo periodo perché comunque gli investimenti riguarderanno sicuramente nuova capacità produttiva ma anche reti. Le reti sono importanti perché in un mondo che va verso uno sviluppo delle rinnovabili è sempre più importante avere una rete di trasmissione e di distribuzione ramificata, connessa e quindi lo sviluppo delle rinnovabili deve essere accompagnato da una crescita delle reti. Questo evidentemente presuppone una stabilità anche politica, una visione di lungo periodo e la disponibilità di risorse finanziarie che ci consentano di fronteggiare questi investimenti”.
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