“Temo che il messaggio del rapporto Draghi non sia stato colto fino in fondo: il modello fondato su bassa crescita ed esportazioni non funziona più”. Così Lucrezia Reichlin, professore di economia alla London Business School. “La situazione è preoccupante. Va male l’Italia, vanno male la Francia e la Germania, non la Spagna e il Portogallo. In generale si conferma l’idea che l’Europa è molto debole rispetto agli Stati Uniti. Questo non mi sorprende: l’insieme delle politiche è stata molto più restrittiva, e paghiamo il prezzo della mancata spinta della domanda interna”, spiega in un colloquio con La Stampa. “Non possiamo più credere di continuare a crescere sull’export, e non perché è arrivato Trump. Ci sono cambiamenti strutturali in atto, a partire dalla Cina, il cui mercato assorbirà sempre meno le esportazioni europee. La Commissione europea dovrebbe aprire una seria riflessione”, sottolinea Reichlin. “L’Italia ha gli stessi problemi dell’Europa, al cubo. Abbandonerei anzitutto la retorica secondo la quale andiamo meglio della Germania: se va male la Germania, va male l’Italia. L’occupazione va bene, peccato che i salari e la produttività siano bassi”, dice ancora.
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