“Brancoliamo nella nebbia e tutto e ancora possibile”. Lo dice il politologo Yves Mény commentando la situazione della Francia dopo gli ultimi risvolti politici e le parole di Lecornu: “L’incertezza resta perché il premier uscente è stato vago. Sembrerebbe quasi che si voglia guadagnare tempo per ritardare l’arrivo di una crisi provocata dalle legislative anticipate”, spiega nel colloquio con La Stampa. “Non vedo però la disponibilità da parte della classe politica di sostenere un esecutivo composto da esperti, come lo sono stati quelli italiani guidati da Mario Monti e da Mario Draghi che hanno permesso al Paese di uscire dalla crisi. La situazione attuale della Francia non è sufficientemente matura, perché già sappiamo che il Rassemblement National e La France Insoumise non lo accetteranno”, aggiunge ancora. Le elezioni anticipate rappresenterebbero un successo per Marine Le Pen “ma sarebbe una vittoria di Pirro. La leader del Rassemblement National si ritroverebbe in una situazione difficile sul piano del bilancio, che porterebbe alla pressione dei mercati, degli altri partner europei e della strada, con proteste molto forti da parte della sinistra, soprattutto quella radicale, sostenuta dalla maggioranza silenziosa. Il partito, inoltre, non ha a sua disposizione dei tecnici esperti in grado di aiutarlo a governare”.
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