Secondo l’Institute for Energy Economics & Financial Analysis (Ieefa) dopo la ‘rottura’ con Gazprom il continente ha aggiunto ben 78,6 Bcm di capacità di rigassificazione (70,9 Bcm nella Ue), che in gran parte non sfrutta: il tasso medio di utilizzo era del 42% l’anno scorso. Lo riprota il Sole 24 Ore. Gli Usa sono in prima linea per cercare di saturare gli impianti e se ce la faranno – forti degli impegni che abbiamo assunto con l’accordo sui dazi – sarà un ottimo affare. La stessa Ieefa stima che negli ultimi tre anni l’Europa abbia speso oltre 100 miliardi di dollari per il gas made Usa (su un totale di 225 miliardi per importare Gnl): somma elevata “in parte anche perché il Gnl Usa è più costoso per gli acquirenti Ue rispetto a quelli di ogni altro fornitore”, sostiene Ana Maria Jaller-Makarewicz, in un’analisi del think-tank.
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