“Abbiamo puntato tutto sulla sostenibilità, abbiamo fatto in modo che la Ryder Cup italiana avesse requisiti unici, mai visti prima. Gli americani, dopo aver provato il campo, si sono complimentati per qualità di green e fairway”. Così Franco Chimenti, presidente della Federgolf, l’uomo che ha portato la Ryder Cup – massima espressione golfistica a livello internazionale – a Roma, al golf club Marco Simone. L’evento, che coinvolgerà i team di Europa e Stati Uniti, sarà un specie di kolossal: “Abbiamo creato infrastrutture adeguate sia per raggiungere il campo sia all’interno della struttura stessa che è completamente cambiata rispetto al passato”, racconta Chimenti in una intervista a GEA. La Ryder avrà inizio il 29 settembre e si concluderà il primo ottobre. “Siamo orgogliosi del percorso compiuto in questi anni, tra molte difficoltà. Ma non ho mai avuto dubbi, non ho mai pensato di non farcela”, racconta il presidente della Federgolf. Il progetto bio-golf ha fatto da filo conduttore degli interventi svolti in chiave Ryder: “E’ un certificato che la federazione rilascia ai circoli più virtuosi per testimoniare l’impegno del rispetto della natura e dell’ambiente. Al Marco Simone si è lavorato in questa direzione”, sottolinea Chimenti.
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